Frida Kahlo (1907-1954), simbolo dell’avanguardia artistica e dell’esuberanza della cultura messicana del Novecento viene ricordata al Teatro Millelire dal 25 al 30 marzo 2014. Maria Grazia Adamo, dopo il successo riscosso al Teatro Trastevere, ritorna sul palco per interpretare quella che è stata ed è ancora una grande eroina messicana. Lo fa con un monologo scritto e diretto da Priscilla Giuliacci. Si tratta di un lavoro intimo e forte. Lo spettacolo anticipa la mostra alle Scuderie del Quirinale di Roma dove dal 20 marzo al 31 agosto verranno esposte le opere di questa icona della cultura messicana. Sul palco del Teatro Millelire, stretta al pubblico “Frida” si racconta, si lascia vedere.

Come il dolore che c’è nei suoi quadri, messo in mostra da qualche parte nel mondo, un dolore che si lascia osservare e sentire, ma con semplicità, senza voler essere, a tutti i costi compreso. Frida Kahlo non cercava un linguaggio che piacesse al pubblico, non cercava nulla in particolare, se non di esprimere, per sé stessa, tutto ciò che aveva dentro.
La vita e la sofferenza l’hanno nutrita, ingozzata a tal punto da far strabordare il vaso dell’anima. La sua simbologia non è fatta di sole e di luce; sangue, scheletri, chiodi, frecce, pilastri che si spezzano. Vita e morte si mescolano incessantemente, eppure ci trasmette tutta la gioia, la forza, il colore, la spiritualità, la devozione per la natura, la vita e l’amore.

La rondine di cui si racconta in questo spettacolo è senz’altro il mito, ma ancor più la Donna che ha camminato nelle pieghe più aride della terra, dimostrando ancora una volta che l’Arte si nutre soprattutto di quotidianità e di esperienza.