Ancorata nel porto di Civitavecchia in un pomeriggio di giugno, la Cruise Roma della flotta Grimaldi Lines si appresta a salpare per Barcellona. Saranno 20 ore che copriranno un’esperienza che per gli amanti del mare e non, rimarrà impressa nella memoria per lungo tempo. Siamo attesi. Un efficiente servizio di reception ci indica il numero della nostra cabina. Si tratta di una splendida suite (una delle 68 della nave), colpisce la razionalità degli arredi e soprattutto un enorme oblò che promette distese azzurre, speriamo calme e non burrascose. Sono le 19.00 di un giorno qualunque ma l’elettricità è nell’aria perché la nave comincia ad allontanarsi dal porto e sappiamo che la sua destinazione è una delle città più belle del mondo, Barcellona.  Infatti la Grimaldi Lines in aprile ha inaugurato un particolare Cruise Ferry (a settembre la gemella Cruise Barcellona), particolare perché ha tutte le caratteristiche di una nave da crociera pur essendo un traghetto che trasporta anche merci e veicoli commerciali. Ma andiamo con ordine. Dunque, dicevamo che il porto si allontana e noi sorseggiamo al banco della caffetteria, un frizzante aperitivo che prelude una gustosa cena al ristorante. Arredato con gusto e diretto da un maitre degno di un Grand Hotel, offre una fantastica vista e piatti gourmet a base di pesce (è quello che ordiniamo noi dopo l’imbarazzo della scelta che viene risolto dai consigli preziosi del maitre ) e anche carne.  Il mare comunque la fa da padrone…ormai le luci di Civitavecchia sono lontane e ci aspetta lo Smaila’s Club con musica dal vivo che ci trascina in vorticose danze mentre la nave va… Non siamo stanchi e ci dirigiamo verso il Casinò per una puntatina speriamo propizia. La fantasia qui diventa realtà perché ci sembra di essere sul set di un film. Forse sarebbe più prudente dare un’occhiatina in discoteca: qui la musica è ovviamente più picchiettante ma non guasta…la nottata è dolce, ci prende il romanticismo e sul ponte brindiamo alla Cruise Roma.Dopo, nella nostra confortevole cabina c’è ancora tempo per decidere il programma di domani (ricchissimo) prima di addormentarci.  Ovviamente il risveglio è dei migliori, basta la vista del mare per metterci di buon umore, considerando che prima di una ricca colazione alla caffetteria, accarezziamo l’idea di un po’ di esercizio in palestra: attrezzatissima ha una particolarità, le ampie vetrate creano l’illusione di fare esercizi ginnici direttamente sul mare. E dopo, una bella sferzata nella Jacuzzi ci dà la grinta per fare shopping nelle fornitissime boutique. Le ore passano in fretta perché già la statua di Colombo ci avverte che la movida di Barcellona è pronta per noi. Sappiamo di avere a disposizione un paio d’ore se vogliamo tornare a bordo per la partenza delle 19.00. E nonostante la malia della città quando salpiamo per il ritorno a Roma siamo pieni di aspettative perchè è pronto per noi un massaggio fatto da mani competenti e se vogliamo anche la sauna o il bagno turco. Dopo, rilassati e temprati, scopriamo utilissime notizie sul Cruise Ferry della flotta Grimaldi Lines che ci ospita. Apprendiamo che in effetti stiamo percorrendo una vera Autostrada. Le “Autostrade del mare”, infatti,  oggi sono un dato di fatto. Teorizzate negli anni ’40 come navi per trasportare merci lungo la penisola italiana, non furono mai attuate, neppure dopo la seconda guerra mondiale. Negli anni ‘60 nonostante il boom economico furono archiviate per favorire lo sviluppo delle strade e del trasporto su gomma. Ora strade e autostrade  sono così intasate dai mezzi pesanti che le famose “Autostrade del mare” del Mediterraneo sono state ben definite acquistando un impulso più deciso. Due le circostanze che hanno favorito questo cambiamento. La prima dipende dalla politica comunitaria della Unione Europea che ha scoperto il ruolo strategico delle rotte marittime fin dal 1992 quando, con il trattato di Maastricht, prefigurò una Rete transeuropea di trasporti integrata e intermodale e si propose di migliorare e potenziare i collegamenti marittimi tra gli Stati membri. Il crescente numero di automezzi pesanti in circolazione,infatti, impose la necessità di ottimizzare la capacità della rete transeuropea integrando i trasporti su gomma con quelli su nave.Nel 2001 la Commissione europea ha presentato un corposo Libro bianco sui trasporti delle merci che delinea un ambizioso programma di azioni comuni da realizzare entro il 2010. Il Libro bianco riafferma la convinzione che le Autostrade del Mare svolgono un ruolo alternativo agli itinerari stradali e decisivo per il potenziamento dell’intermodalità tra autostrade d’asfalto, reti ferroviarie e autostrade del Mare, a cui si affida non solo l’efficienza della distribuzione delle merci, ma anche la qualità della vita e talvolta la vita stessa Tutta italiana poi la “passione” dei viaggi su strada dimostrata dal fatto che ogni 100 abitanti circolano 78 auto. E quindi se escludiamo bambini e anziani possiamo rilevare che circola un’auto per ogni adulto in aggiunta agli automezzi riservati al trasporto merci. Il problema può essere risolto liberando strade ed autostrade dal trasporto merci attraverso l’intermodalità con le Autostrade del Mare e sostenendo economicamente l’ammodernamento dei porti che rappresentano i caselli di accesso delle Autostrade del Mare. Nel 2004 il Parlamento europeo e il Consiglio dell’UE sono tornati a concretizzare il concetto di Autostrada del Mare e arricchendo le precedenti decisioni ai fini dello sviluppo della rete, hanno tracciato un quadro di autostrade del Mare: quella dell’Europa occidentale (che collega Portogallo e Spagna al Mare del Nord e al Mare d’Irlanda); quella dell’Europa Sud orientale (che collega il Mare Adriatico al Mar Jonio e il Mediterraneo orientale per includere Cipro); quella dell’Europa Sud occidentale (che collega Spagna, Francia, Italia, compresa Malta e che collega l’Autostrada del Mare dell’Europa Sud orientale anche attraverso il Mar Nero); quella del Mar Baltico che (collega gli Stati membri del Baltico a quelli dell’Europa centrale e occidentale). La seconda circostanza dipende dalla maggiore consapevolezza ambientale – in Italia ed in Europa – e quindi dalla considerazione che occorre abbattere la quantità di merci trasportate su gomma per migliorare la qualità della vita e dell’aria dei cittadini riducendo i “costi esterni” del trasporto su gomma.  E a questo proposito la Cruise Roma è il più grande Cruise Ferry ad aver ottenuto la certificazione “Green Start” da parte del Registro Italiano Navale (Rina) perché progettata e realizzata in modo da avere un impatto zero sull’ambiente. Non solo. La grande capacità di carico di questa navi produce un risparmio del 40% nelle emissione di anidride carbonica rispetto a quella che sarebbe stata emessa dallo stesso numero di camion su rete stradale e per trasportare gli stessi passeggeri in aereo. È il nostro simpaticissimo maitre (pugliese) che interrompe queste considerazioni ecologiche mettendoci di fronte alla scelta (difficile) tra un profiterol e una crème caramel. Dopo ci aspetta un’altra notte di musica e divertimento e quando all’alba assisteremo dalla nostra lussuosa cabina al sorgere del sole, penseremo che forse sarebbe bello se questo viaggio non avesse termine nel porto di Civitavecchia, alle quattro del pomeriggio di un giorno qualsiasi.