Molto si è discusso sull’origine di pizzi e merletti e, sia sul dove che sul quando abbiano fatto la loro prima apparizione, si narrano numerose leggende. Certo il “filet” o modano si lavorava già nel 1200 ed ebbe origine dalla preparazione delle reti da pesca, il chiacchierino o “frivolitè” è un merletto semplice già usato nell’‘800 e ‘900 per guarnire biancheria e abiti, mentre il macramé, intrecciato e minutamente annodato, pare fosse già noto addirittura ai Sumeri. Stante l’oscurità delle sue origini, Venezia fu comunque l’indiscussa valorizzatrice delle trine ad ago, mentre il massimo grado di perfezione nella lavorazione dei pizzi a fuselli si raggiunse nelle Fiandre. Si data l’inizio della lavorazione ad ago a Venezia genericamente alla prima metà del secolo XV, poi la sua diffusione per mezzo delle diverse corti, quindi si passa ad una produzione “industriale”, anche se con qualche ostacolo; dopo la fondazione a Venezia di un laboratorio del merletto, l’uso fu giudicato un lusso corruttore dei costumi per questo furono emesse leggi apposite per porre un freno alla diffusione delle trine. Fino al’700 fu utilizzato anche dagli uomini per jabot e polsini, poi la rivoluzione francese, semplificando e livellando l’abbigliamento, ne bloccò la produzione, ma già con la restaurazione il pizzo tornò nuovamente di moda nell’abbigliamento femminile e nel costume di corte, mentre decadde definitivamente dall’abbigliamento maschile. Oggi ne conosciamo molti tipi, crochet, Valencienne, guipure, Chantilly, macramé, Sangallo, e tutti saranno di moda per la prossima primavera/estate, magari con qualche rivisitazione high-tech, ma senza mai perdere la grazia ed il romanticismo che è loro caratteristico. Le proposte degli stilisti sono tantissime: dagli abiti interamente in pizzo trasparente a motivi floreali di D&G, al macramé di vernice intagliata e traforata di Fendi che propone look futuristici e pizzi “tecnologici, passando per gli abiti romantici ed iper-femminili di La Perla in pizzo bianco e nero, leggero ed impalpabile, portati con le calze alla parigina traforate tipo crochet. Pantaloni e top arricchiti di intarsi di pizzo sono proposti da Balenciaga, mentre Roberto Menichetti inventa una lavorazione patchwork del pizzo composta da tanti pezzetti ricamati assemblati in un unico insieme, Ferrè presenta lunghe gonne e bluse in lino traforato, Miu Miu utilizza il Sangallo per le sue camicette. Anna Molinari e Moncler sembrano richiamare uno stile Settecentesco abbondando con ruches e broccati nelle loro creazioni, mentre Miuccia Prada, si ispira ad uno stile barocco dalle trine colorate. Ma non basta, la pizzo-mania investe anche gli accessori: meravigliose sono le scarpe di merletto di Cesare Paciotti come pure le decolletè di raso ricoperte di pizzo guipure presentate da Riccardo Tisci per Givency, e ancora tante le borse e pochette che hanno applicazioni e rivestimenti in pizzo. E con una certa dose di fantasia si possono osare pizzi e merletti un po’ ovunque, per un’estate all’insegna della delicatezza e della femminilità.