«Sono nata a Sciacca, cresciuta a Buccinasco, alla periferia di Milano, e ora vivo spesso a New York. Ma quando torno a Milano la sento mia, giro l’angolo e sono io adolescente». “Io donna intervista Valeria Bilello, che a 15 anni ha debuttato come modella, a 17 lavorava a Mtv e al cinema ha esordito con Pupi Avati in “Il papà di Giovanna”. Ma ora al centro della sua vita c’è l’America, New York, dove vive per buona parte dell’anno, studia recitazione, coltiva la sua storia d’amore con Daniel Kessler, chitarrista degli Interpol (stanno insieme dal 2007). E ora il debutto in un film anglo-americano, “One Chance” (in uscita dopo l’estate) di David Frankel, che racconta la storia di Paul Potts, giovane inglese appassionato di lirica, vincitore di “Britain’s Got Talent”, nonostante la stroncatura di Pavarotti. «Anche io canto, ma non l’opera» confessa l’attrice. «Preferisco l’hip hop. Certo i testi… meglio non tradurli, sono violentissimi, ma utili: una canzone a memoria vuol dire centinaia di parole inglesi in più. E una maggior sicurezza ai provini».

Iniziare a lavorare presto le è servito? «Mi ha formato. Ed è stato un modo per portare avanti qualcosa di mio. Da piccola ero molto timida, riflessiva, taciturna, adulta e in famiglia volevano assicurarsi che tutto andasse bene. A 8 anni sono stata in analisi. Riuscii a fregare tutti perché, dato che la stanza era tappezzata dei lavori orribili di altri, disegnai le immagini più solari possibile per dimostrare di essere felice. Tutto si risolse in fretta, era una specie di pre-adolescenza precoce…».