“Un programma più compiuto in 10-15 punti, analogo alle grandi stagioni del riformismo occidentale per imprimere un cambiamento al Paese”. Così il candidato democratico Walter Veltroni intervenuto alla trasmissione Porta a Porta ha tracciato le linee guida della propria campagna elettorale. Prioritari l’abbassamento del regime fiscale e l’innalzamento del salario minimo a 1000- 1100 euro, con incentivi per le imprese per contratti a lungo termine. Veltroni ha poi escluso ipotesi di larghe intese con Berlusconi all’indomani del voto. Tuttavia, ha specificato, “serve un patto di consultazione sui grandi temi”. Patto raggiunto intanto nella giornata di ieri tra Pd e Di Pietro: l’Idv sarà in coalizione con il proprio simbolo alle elezioni per dare poi vita con i democratici a un unico gruppo parlamentare. Un accordo di programma con obiettivo “quello di fondere i due partiti in un’unica grande forza”. Ancora in fase di stallo la situazione con radicali e socialisti. “Non ci saranno altri apparentamenti”, ha sottolineato Walter Veltroni, “se i socialisti e i radicali vogliono possono entrare nelle nostre liste per poi unirsi in un gruppo unico. Aria di rottura invece nel centrodestra tra Udc e Pdl. “Basta chiacchiericci, le cose sono chiare”, ha detto il leader Udc Casini. Domani la direzione nazionale del partito ratificherà il distacco dal Pdl. Berlusconi lancia un ultimo invito a Casini a ripensarci, “perché lo vogliono gli elettori moderati”, ma dall’Udc gli vengono formulate le accuse di aver rotto il fronte moderato. Possibile ora la convergenza tra Udc e gli ex transfughi della Rosa Bianca con Casini candidato premier in un quarto polo centrista.