Davanti a noi la corona di isole che circonda Venezia e la magnifica veduta del Canal Grande col passaggio delle gondole, la fierezza dei palazzi nobiliari e l’imponenza delle chiese che sembrano sorgere dall’acqua. A fare da contraltare alle linee bizantine della preziosa Basilica di San Marco, sulla sponda opposta, possiamo notare San Giorgio Maggiore, opera palladiana in stile neoclassico con l’ampia cupola e il perfetto equilibrio del timpano. A destra dell’isola di San Giorgio Maggiore il lembo di terra che si estende verso sud è l’isola della Giudecca (nella foto), mentre la seconda chiesa ben visibile a destra, per la sua mole in marmo bianco è l’imponente Chiesa della Salute, che sorge sulla punta estrema del sestiere di Dorsoduro. Volgiamo, quindi, lo sguardo a sinistra oltre l’area verde dove sorge la Biennale, la punta estrema del pesce, tale è considerata la forma della città galleggiante: lì si può scorgere il Lido di Venezia. Ma l’intero bacino è costellato da piccoli fazzoletti di terra che accrescono il fascino della città. Addentriamoci quindi nella piazza lasciandoci alle spalle le due colonne del leone alato, simbolo della Serenissima, e di San Teodoro. Davanti a noi Palazzo Ducale, simbolo del potere e della ricchezza della Repubblica, dall’inconfondibile facciata in cui il bianco della pietra d’Istria si alterna al marmo rosso di Verona, colore imperiale. Sul lato sinistro si staglia il Campanile di San Marco, alto 100 metri. Siamo quindi arrivati davanti alla Basilica di San Marco, uno scintillio di ori e mosaici, un susseguirsi di trame disegnate dalle merlature e dai pinnacoli, forme dagli evidenti echi orientaleggianti e bizantini, sintesi dell’osmosi culturale di Venezia, ponte fra occidente e oriente, città di confine, che nei secoli si è plasmata dell’una e dell’altra identità.