L’ultimo viaggio, quello più importante, Tiziano Terzani lo ha già compiuto: la vita di un giornalista viaggiatore ma anche il meraviglioso, invidiabile rapporto tra un padre e un figlio non si sono congelate con la sua morte. Ancora oggi, il testamento storico e letterario che ha lasciato a suo figlio Folco, vale per tutti noi quanto un tesoro inestimabile: per Longanesi, “La fine è il mio inizio. Un padre racconta al figlio il grande viaggio della vita”, a cura di Folco Terzani, pp. 466, euro 18,60. In punta di piedi entriamo in questa intima chiacchierata tra due generazioni e assaporiamone i sentimenti nascosti: una lettera affettuosa al figlio, la consapevolezza del suo male incurabile, la considerazione di un grande viaggio giunto al capolinea che non porta alcuna tristezza, “anzi, quasi un po’ di divertimento”. Questo libro dalle tante sfumature, oscure e solari, come solo la vita piena di un uomo può ispirare, si legge come un racconto intenso e avvolgente. Senza mai essersi lasciato sfuggire la possibilità di capire i popoli, le abitudini, le culture e vivere le avventure più straordinarie, Terzani giunge alla conclusione che per poter affrontare la sua ultima avventura, la più difficile, dovrà ripartire da quel rapporto tanto importante con il figlio. Egli, infatti, sostiene che “proprio perché mi rimane poco tempo, un’ultima cosa forse mi piace ancora farla ed è parlare con te che sei stato parte e spettatore della mia vita per trentacinque anni, trentaquattro – quanti ne hai? -, di questo lungo viaggio che io ho fatto e che tu hai visto dal basso, dalla prospettiva del figlio. Eri sempre lì, ma so benissimo che non conosci tutta la mia vita. Come in fondo io non conoscevo la vita di mio padre e mi rammarico alla fine di non aver passato del tempo con lui a parlarne”.