Torna in scena dopo 8 anni l’esilarante IIIª edizione (del tutto rinnovata) di Ypokritài, una delle commedie piu’ rappresentate della recente drammaturgia contemporanea italiana. Autore e regista: Patrizio Cigliano, il più premiato teatrante italiano Under 40 (fonte SIAE), con i suoi 18 premi tra regia, testo e interpretazione
 Cosa accadrebbe se fosse inventato uno spray della verità? Basterebbe spruzzarne un po’ nell’aria per ottenere la verità da amici, politici, amanti. Sarebbe certamente utile e divertente, ma decisamente troppo rischioso. E così è Ypokritài, esilarante eppure tragico.  Ypocritài in greco vuol dire attori. Ed è di “attori” alla greca, ossia di “ipokriti” che tratta questa commedia sul mondo dello spettacolo, da cui partire per approdare rigorosamente altrove, attraverso le storie individuali dei personaggi. La sincerità, la lealtà e la verità, non sono più un mitico ideale da difendere ed inseguire ma un insidioso fantasma da cui fuggire. Inutilmente i personaggi si riempiono la bocca di parole come “verità”, “davvero”, “vero/a”, “veramente”.
 La chiave di lettura è senza dubbio l’ironia, nei confronti dell mondo dello spettacolo e del filone della drammaturgia generazionale (anche cinematografica) tanto in voga. Una specie di “rigurgito teatrale” causato da una indigestione di storie minime, per tornare ad una “verità” teatrale, ben lontana dalla semplicistica “fotocopia-cronaca” della realtà. Di teatrale restano le enormi difficoltà che ogni gruppo autogestito affronta per allestire uno spettacolo. Un dietro le quinte provocatorio, che mostra non i travagli attoriali per la riuscita del personaggio, non solo i vezzi e vizi degli attori, ma il cammino sempre in salita di un mestiere troppo abusato.
 I personaggi hanno tutti in comune – e non solo perché attori – il rifiuto di mostrarsi a volto scoperto, preferendo, o non riuscendo ad evitare, una maschera. E l’invenzione fantastica dello spray della verità, in un contesto dominato dall’ipocrisia, è una vera e propria esplosione, temuta orribilmente per gli inevitabili rischi di “verità” che porterebbe con sé. Teatro 7, Romadall’8 al 27 aprile 2008