«Il razzismo in America può sempre tornare fuori all’improvviso, anche quando sembra sepolto. Mi è capitato di essere seguita nei negozi perché pensavano che avrei rubato qualcosa…». Per questo Zoe Kravitz, 27 anni, parla con entusiasmo a “Io donna”, in edicola sabato 14 novembre, e su iodonna.it del suo nuovo film, “Dope. Follia e riscatto”, uscito in questi giorni in dvd e on line: «L’industria del cinema è incredibilmente razzista, verso ogni minoranza, donne comprese. Ogni sceneggiatura che ricevo riguarda la “cultura black”, i ruoli per le donne sono molto ripetitivi.

Leggere quella di “Dope”, invece, è stato come respirare una boccata d’aria fresca. Finalmente qualcosa di diverso». In “Dope” Malcolm è un ragazzo di colore un po’ “nerd” che vive in un quartiere di Los Angeles a maggioranza nera, ma invece di diventare capo di una gang vorrebbe andare ad Harvard: e Zoe fa parte della sua cerchia di amici. Ma a lei, figlia d’arte di un musicista (Lenny Kravitz) e di un’attrice (Lisa Bonet), è stato mai rinfacciata di essere una privilegiata? «Sì, ma lavoro duro, ho fiducia nelle mie scelte e, qualunque cosa si dica, adesso non mi importa più».