Mentre infuria la polemica sulla effettiva utilità della nuova mission di Matteo Salvini, chiudere «uno a uno» tutti i negozi che vendono cannabis legale perché «ai controlli in un caso su due si rivelano centri dello spaccio», OGGI ha interpellato un’autorità in tema di lotta alla droga, Don Mazzi, 90 anni, di cui 40 dedicati al recupero di ragazzi tossicodipendenti. «Mi chiedo come abbiamo potuto consentire di aprire questi negozi sapendo che avrebbero potuto operare in modo equivoco e che, comunque, sono ad alto rischio», dichiara il fondatore delle comunità Exodus. «Sono contrario ad affrontare il problema a mo’ di spot elettorale. Questa presunta lotta alla droga è partita male e ci vedo della malizia. Parlo del governo. Va riaperto un dibattito serio ammettendo che il mondo della droga è completamente cambiato rispetto agli Anni 80 e la lotta è ancora più difficile», obietta Don Mazzi. «È urgente che nella scuola dell’obbligo venga istituita la presenza fissa di insegnanti preparati ad affrontare il tema droga. Nei giardini, nei parchi e persino fuori dalle scuole medie è pieno di ragazzini che fumano hashish e marijuana eppure non sento parlare di emergenza droga da anni».

Per quanto riguarda l’eliminazione del concetto di modica quantità, altro cavallo di battaglia di Salvini, una legge che manderebbe in carcere anche chi viene fermato con una dose per uso personale, Don Mazzi non ha dubbi: «Sento di continuo proposte di legge banali, inefficaci, finalizzate solo a raccogliere voti. Mandare in carcere un ragazzo che si droga significa semplicemente farlo diventare un vero delinquente e togliergli ogni speranza di cambiare strada… In prigione mangi e dormi accanto a criminali: affidiamo a loro i nostri ragazzi? Non prendiamoci in giro! Tra qualche giorno verrà da noi uno dei ragazzi che ha aggredito il figlio di Simona Ventura e come lui ne abbiamo tanti perché solo con le regole e delle vere opportunità di cambiamento riesci a recuperare questi giovani».