Il Teatro de’ Servi scherza col noir, portando sul proprio palcoscenico dal 19 dicembre al 7 gennaio lo spettacolo firmata da Patrick Barlow, tratto dal romanzo di John Buchan. Una trama intrigante come poche, sulla quale si cimentò, nel lontano 1935, niente meno che il maestro del brivido, Alfred Hitchcock e su cui, più di recente, sono stati costruiti due remake.

Come ogni black comedy che si rispetti, omicidi e complotti criminali non mancheranno, ma la versione teatrale di Barlow, presentata per la prima volta a Londra nel 2005, stempera ogni elemento drammatico e introduce lo spettatore in un mondo irreale e genialmente caotico: quattro attori che nel giro di poco meno di due ore recitano ed impersonano 40 personaggi dalla caratteristiche più diverse: poco importa se si tratti di buoni o di cattivi, di uomini o di donne, di esseri viventi o di oggetti inanimati.

La versione che andrà in scena al de’ Servi è curata con la consueta maestria da Leonardo Buttaroni, che si è aggiudicato il Premio Cerami 2016 per la categoria “Miglior Spettacolo”. A mettere in pratica le sue indicazioni è il poker di consolidati e virtuosi interpreti della compagnia “Cattive Compagnie”: Alessandro Di Somma (Miglior attore non protagonista Premio Cerami 2016) , Yaser Mohamed (Miglior attrice non protagonista Premio Cerami 2016), Diego Migeni e Marco Zordan.

La commedia appare come una corsa vertiginosa fino all’ultimo travestimento, con ritmi narrativi serrati ed incalzanti. Conserva comunque anche la ricchezza dei dettagli psicologici della versione cinematografica hitchcockiana, alta tensione e suspense comprese. Come da copione, l’unico personaggio a rimanere sempre se stesso durante l’intero spettacolo è il protagonista: Richard Hannay, un uomo d’affari bello e annoiato della vita, interpretato da un carismatico e trascinante Zordan, cui è stato assegnato durante l’ultimo Comic Off il premio come Migliore Attore Protagonista per lo spettacolo “Primi! (dei non eletti)”.  Hannay viene intrappolato in un intrigo internazionale apparentemente senza uscita: per caso conosce una donna, Annabella Smith, che gli svela, prima di essere uccisa, di essere una spia e di aver scoperto un complotto guidato da un’organizzazione chiamata – per l’appunto – “39 Scalini”. Da quel momento la vita di Hannay sarà sconvolta da un turbinio di eventi che lo porterà ad incontrare (e spesso scontrarsi con ) tutti gli altri personaggi della storia.

Un giallo sottile, ed al tempo stesso esilarante, giocato su gag e travestimenti; un piatto per buongustai servito su una scena impeccabile ed altamente suggestiva, firmata da Paolo Carbone che si è anche aggiudicata il premio per la miglior scenografia del Premio Cerami 2016.