Può esistere un dovere che sia anche un piacere? Se si parla di lavoro la domanda è più che mai valida. Proprio in occasione della Giornata Mondiale della Felicità, InfoJobs, la piattaforma leader in Italia per la ricerca di lavoro online, ha realizzato un’indagine* per capire come felicità, piacere e buoni sentimenti si intreccino nella vita professionale delle persone.

Iniziamo da una domanda fondamentale: cos’è la felicità sul posto di lavoro? In un momento storico in cui più che mai il work-life balance è determinante nel compiere scelte personali e professionali, il primo indice di felicità (41,9%) è proprio avere un lavoro che permetta il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata.
Seguono altri fattori, come lavorare in un ambiente favorevole e disteso con colleghi e superiori, una situazione che addirittura fa superare il fatto di ritrovarsi in un impiego che non corrisponda perfettamente a quello desiderato (32,6%). Infatti, fare il lavoro dei propri sogni è sinonimo di felicità “solo” per il 9,3% del campione. Ma felicità sul posto di lavoro è anche ottenere risultati professionali e riconoscimenti da parte dell’azienda (16,2%).

La felicità, nel senso più generale del termine, è una questione di istanti, di momenti, ma anche di… giorni. Tanto che il 40,2% degli intervistati decreta il venerdì (grazie al weekend alle porte) come giorno più felice della settimana. Segue il 33,3% che non stabilisce un giorno specifico perché ogni settimana è diversa, ma il 13,9% non ha dubbi: il giorno di riposo è il giorno di maggior felicità assoluta! C’è anche il 6,3% che apprezza soprattutto il mercoledì, perché dona già una parvenza di weekend e di tutto ciò che di buono esso comporta. Infine, il 5,3% ama talmente tanto il proprio lavoro da identificare il giorno in cui inizia la settimana lavorativa come quello migliore e più felice.

Uno dei passi emotivamente più impegnativi per ogni professionista, è il primo giorno di lavoro: simbolo di inizio e per molti anche di fine di un capitolo lavorativo precedente. Ma può dirsi un giorno felice?
A predominare in questa occasione, per il 49,6%, è la felicità, che si prova per il nuovo ambiente e l’emozione per la nuova avventura, mentre per il 26,6% a far da padrona è l’ansia per il nuovo ruolo e per le responsabilità che si affacciano. C’è chi è curioso di conoscere i nuovi colleghi e i nuovi capi (13,6%) e chi invece, si sente pervaso da un mix di emozioni fra felicità per il futuro e tristezza per ciò che si è lasciato (10,2%).

La felicità è uno stato d’animo cangiante, dipende da emozioni, situazioni e anche dall’età. Ma è così anche nel lavoro? Per il 59,7% nell’ambiente lavorativo è determinata sempre dagli stessi elementi (ambiente, colleghi, capi, carriera), indipendentemente dall’età anagrafica. Il 23%, invece, pensa che ci sia un percorso evolutivo della felicità: da giovani è più legata all’ambizione e ai riconoscimenti, ma con il passare degli anni la cosa più importante è trovare il lavoro giusto per se stessi. Infine per il 13,6%, all’opposto, da giovani si è più propensi a valutare ambiente lavorativo e rapporto con i colleghi, che diventano poi anche amici veri e propri, ma col tempo la felicità trova il suo posto in gratificazioni economiche e possibilità di carriera.

Nemico e/o amico della felicità sul lavoro è sicuramente l’umore personale, ma fortunatamente per il 45,6% degli intervistati lavoro e vita privata sono nettamente distinti e non subiscono l’uno l’influenza dell’altro. Ne è convinto anche il 43,3%, nonostante faccia fatica a tenere i piani separati, mentre non vi è nessuna distinzione tra privato e lavoro per l’11,1% del campione e questo si ripercuote sia sulla professionalità che sulla vita privata.

La ricetta della felicità sul lavoro rimane ancora oggi sconosciuta, ma nel nostro piccolo possiamo agire per accrescere il livello di gioia che accompagna le nostre giornate o possiamo pensare alle opzioni che ci rendano più felici. Ad alzare l’asticella del sorriso, secondo quanto rilevato da InfoJobs, è in primo luogo una promozione o un percorso di carriera chiaro (29,1%), ma anche gestire in autonomia i tempi senza gli obblighi del cartellino (28%), e certamente un aumento (21,9%). Infine, un classico: un nuovo capo (12,6%) o nuovi colleghi (5,5%), a ricordare che il lavoro spesso lo fanno anche e soprattutto le persone.

*Indagine realizzata da InfoJobs a marzo 2023 su un campione di 905 rispondenti dai 18 anni in su iscritti alla piattaforma.