Il 31 dicembre 1759 Arthur Guinness firmò a Dublino un contratto di locazione che sembra una provocazione: 9.000 anni per la St. James’s Gate Brewery. Quel gesto visionario non diede solo vita a una birra: aprì un capitolo che avrebbe legato per sempre il nome Guinness alla storia d’Irlanda.
Oggi quella vicenda diventa racconto audiovisivo grazie alla nuova serie Netflix House of Guinness (disponibile dal 25 settembre), che invita a esplorare i luoghi, le persone e l’impatto culturale di una dinastia che è molto più di un marchio.
Alle origini: il ragazzo di Kildare
Prima di diventare simbolo di Dublino, Arthur Guinness era semplicemente un giovane della contea di Kildare. Nella cantina dell’arcivescovo Arthur Price, a Celbridge, iniziò a sperimentare la sua birra. Da lì partì un percorso che lo portò a Leixlip (sede della sua prima birreria) e infine a Dublino, lasciandosi dietro tappe che oggi formano un vero itinerario di 16 km sulle tracce della famiglia.
A Oughterard, invece, si trova la sua ultima dimora: un cerchio che si chiude nel paesaggio rurale che lo aveva formato.
Il cuore a St. James’s Gate
Nessun luogo però incarna la leggenda quanto il celebre cancello nero della St. James’s Gate Brewery. Qui, la Guinness Storehouse è diventata una delle attrazioni più amate d’Irlanda: museo interattivo, archivio di campagne pubblicitarie che hanno fatto storia e, naturalmente, la meta finale al Gravity Bar, dove si sorseggia una pinta guardando Dublino a 360 gradi.
Il 2025 segnerà i 25 anni dall’apertura della Storehouse al pubblico, una ricorrenza che sottolinea quanto la fabbrica sia ormai un simbolo turistico e culturale oltre che produttivo.
Accanto, la Open Gate Brewery continua a innovare con birre sperimentali, mentre l’ex centrale elettrica Guinness ospita oggi la distilleria Roe & Co., tappa d’obbligo per chi ama il whiskey.
Un’eredità che va oltre la birra
La dinastia Guinness non ha inciso solo sull’economia. Nel XIX secolo la famiglia investì in cultura, architettura e spazi pubblici di Dublino: dal restauro della Cattedrale di San Patrizio alla rinascita della Marsh’s Library, dai giardini donati alla città (Iveagh Gardens, St. Stephen’s Green) fino alla celebre Grafton Street, acquistata e restituita ai cittadini da Lord Ardilaun.
Il loro mecenatismo ha dato forma al volto moderno della capitale, trasformando il consumo di una stout in un gesto profondamente intrecciato con la vita urbana.
Castelli, montagne e laghi
Anche fuori Dublino i Guinness hanno lasciato impronte visibili: la Muckross House in Kerry e Ashford Castle in Galway sono oggi dimore storiche di lusso, ma un tempo furono parte del patrimonio familiare. E nelle Wicklow Mountains, il Lough Tay – il cosiddetto “Lago Guinness” – appare dall’alto come una gigantesca pinta, con acque scure e una spiaggia chiara che richiama la schiuma.
Una leggenda senza tempo
House of Guinness racconta dunque più di una storia industriale: segue le tracce di una famiglia che ha intrecciato tradizione brassicola, paesaggi irlandesi e filantropia culturale. Un viaggio che parte dalle radici rurali di Kildare e arriva fino ai panorami spettacolari delle Wicklow Mountains, dimostrando come una birra possa diventare icona identitaria, culturale e persino poetica.