C’è un filo che lega la veranda sul Tevere di una scrittrice e le scale infinite di un grande magazzino: il desiderio di diventare sé, anche quando costa fatica.

Nel nuovo romanzo di Sandra Petrignani, Carissimo dottor Jung (NeriPozza), Egle Corsani torna al libro che sta scrivendo e, nello specchio della figura reale di Christiana Morgan (paziente e seguace di Jung negli anni Venti), interroga la propria identità: paura, felicità, perdono. Non è una biografia rigida: è un gioco di riflessi dove l’autrice mette in scena il “passo a due” tra un padre della psicologia del profondo e una donna che cerca una lingua per la propria libertà. La prosa della Petrignani è quella consueta: intelligente, carezzevole, precisa. Il lago di Zurigo, la pipa, il bastone: dettagli che fissano un’icona, ma la smontano con misura, ricordandoci che dietro il monumento c’è una persona (contraddittoria, paterna, impavida, dice il testo). Il romanzo funziona proprio lì: nella camera di risonanza fra chi guarda e chi è guardato.

Con Un milione di scale. Le ragazze della Rinascente (Neri Pozza), Giacinta Cavagna di Gualdana prende invece la via corale e storica: dai fratelli Bocconi al testimone raccolto da Borletti, dai magazzini in piazza Duomo al brand che risorge “come fenice”. Bice, Eleonora, Cristina — tre generazioni — attraversano guerre, ricostruzione, tumulti, turni dietro i banconi e sogni appesi alle vetrine. Non solo nostalgia: lavoro, dignità, indipendenza. È un romanzo di formazione plurale dove Milano fa da metronomo: scale, saloni, luce sulle guglie e sui volti. La scrittura è documentata ma calda, con ritmo da scala mobile: sale piano, non inciampa, e quando arrivi in cima capisci che quel “piccolo sogno” era, in realtà, un progetto di libertà.

Perché leggerli insieme

Perché raccontano la stessa urgenza da due lati:

  • Dentro (Petrignani): la selva della psiche, i nodi d’affetto e potere, la voglia di un destino scelto.
  • Fuori (Cavagna di Gualdana): il negozio come teatro sociale, il salario, la stanza tutta per sé conquistata a forza di turni.

Momenti che restano

  • La visita finale a Küsnacht, dove il mito di Jung si incrina quanto basta a lasciare passare l’umano.
  • Le scale della Rinascente: un’immagine semplice che diventa metafora di mobilità, ascesa, tenacia.

A chi li consigliamo

  • A chi ama i romanzi che incrociano vita e pensiero senza didascalie.
  • A chi vuole storia e città ma dal punto di vista delle donne che le hanno abitate (e costruite).
  • A chi cerca, in tempi frettolosi, prose lente e luminose.

In coppia funzionano così

Leggi prima Petrignani: ti sintonizzi sull’ascolto. Poi Cavagna di Gualdana: porti quell’ascolto nel mondo. Dalla stanza di analisi al reparto confezioni: la stessa fame di autonomia, due alfabeti diversi.