Lo avevamo promesso a noi stessi: prima che l’inverno arrivi davvero, facciamo ancora un viaggio breve, lento, vicino alla terra.
Così ci siamo ritrovati a Merano, con le mani nelle tasche e il cappello calcato sulla testa, pronti a camminare tra i colori dell’autunno, e forse anche tra un po’ di noi.

I Giardini di Castel Trauttmansdorff erano lì, come un teatro già allestito per l’ultimo atto.
La stagione era agli sgoccioli, ma tutto sembrava perfetto, come accade solo quando la natura sa di dover salutare.
🍁 L’ingresso nel silenzio
Appena oltre il cancello, ci siamo guardati attorno.
Il verde non era più solo verde: sfumature di oro, rame, carminio si mescolavano come pennellate su una tela viva.
Non servivano parole. I colori parlavano per noi.
Camminavamo piano, cercando di non fare rumore.
Le foglie scricchiolavano con discrezione sotto i nostri passi, come se anche loro volessero partecipare con grazia.

🍂 Ogni pianta era una voce, ogni svolta un pensiero
Ci siamo lasciati guidare dai sentieri, senza fretta.
Abbiamo seguito curve morbide, salite che aprivano lo sguardo, terrazze dove la valle si mostrava in tutta la sua quiete ordinata.
Intorno a noi, platani giganteschi, aceri giapponesi, liquidambar incandescenti.
Ogni pianta sembrava raccontarci qualcosa, e ci siamo accorti che, senza volerlo, ascoltavamo.
Abbiamo riso per una foglia caduta dritta nel cappuccio, ci siamo fermati a osservare una scultura circondata da colori, ci siamo stupiti di quanto bene faccia rallentare.
🧡 Soste leggere, silenzi densi
In uno degli angoli più tranquilli, accanto allo stagno, ci siamo seduti.
Non per stanchezza. Per desiderio di restare.
La luce era morbida, quasi dorata.
Il mondo era lontano ma non assente.
Respiravamo in silenzio, e per un attimo ci è sembrato che il tempo fosse gentile.
In quel momento, l’autunno non era solo una stagione.
Era uno spazio interno, un modo di stare, una pausa che ci somigliava.
🌿 Riprendere il cammino con un po’ più di luce dentro
Quando siamo tornati indietro, non ci siamo voltati subito.
Abbiamo lasciato che il castello restasse alle nostre spalle, immerso tra le viti color bronzo e le piante esotiche che resistono come certi pensieri buoni.
I Giardini di Castel Trauttmansdorff si chiuderanno presto, come si chiude un libro dopo l’ultima frase sottolineata.
Ma prima di farlo, ci hanno regalato una bellezza che non chiede attenzione: solo presenza.
E noi, per una volta, c’eravamo.





