É l’ouverture dall’opera La Vestale di Gaspare Spontini che apre il concerto di oggi (replica domani 25 gennaio, ore 20.30) all’Auditorum Conciliazione Di Roma. L’Autore che aveva esordito a Roma nel 1796, si trasferì a Parigi nel 1803 e qui il successo lo rese il compositore preferito di Giuseppina Bonaparte e anche di Napoleone. E proprio a Parigi La Vestale debuttò il 15 dicembre 1807, su libretto di Victor-Joseph-Étienne de Jouy. Il successo fu strepitoso tanto che Napoleone offrì come premio una donazione di 10000 franchi. Fondendo elementi musicali italiano con quelli tedeschi e francesi, il compositore avviò una nuova fase nella storia dell’Opera. Uscito dalla mente di un Mozart diciannovenne che non tratterà più questo tipo di composizioni, il Concerto per violino e orchestra n. 5 in La maggiore K 219 è certamente il più eseguito dei concerti per violino del compositore austriaco ( che era anche un talentuoso violinista). É la composizione che nell’ultimo movimento, il famoso Rondò, realizza una rottura con gli schemi del passato, introducendo una sezione nuova, detta erroneamente turcheria, in cui orchestra e solista (oggi la bravissima Mihaela Martin) dialogano serratamente per inchiodare l’ascoltatore incredulo all’ascolto di una musica vivace ricchissima di salti di ottava e accordi “esotici”. Sono solo tre minuti di musica, nuova, inaspettata ma da ricordare per sempre. Come le Danze ungheresi di Brahms che nel 1852, il diciannovenne musicista, iniziò a comporre per puro diletto. L’inaspettato successo riscosso in tutta Europa resero le composizioni (chiamate ungheresi perché in quel tempo il folclore magiaro era del tutto sconosciuto e confuso con la musica zigana) oggetto di numerose trascrizioni.