Tutta da gustare la prossima interpretazione prevista per domenica 16 ore 17.30 e lunedì 17 maggio ore 20.30. Fidelio, Ouverture op. 72b: Beethoven ne compose complessivamente quattro versioni. La prima, composta per la Prima del 1805, è l’overture ora nota come Leonore No. 2 (Op. 72). A questa seguì la Leonore No. 3 (Op. 72a) per le rappresentazioni del 1806. Quindì decise di apporre ulteriori modifiche per una presunta rappresentazione del 1807 a Praga, che comunque non ebbe poi luogo: questa versione è oggi chiamata Leonore No. 1 (Op. 138). Nel 1814 Beethoven ne scrisse la versione definitiva (Op. 72b), molto più snella, che sembra adattarsi meglio per l’inizio dell’opera. Le rovine di Atene, il lavoro del compositore tedesco più corto di questo genere fu composto per l’inaugurazione del nuovo teatro di Pest il 9 febbraio 1812. Il concerto per pianoforte e orchestra n. 3 eseguito dal solista Sun Hee You  è stato composto nel 1800, ma fu probabilmente abbozzato già nel 1797. La prima assoluta fu a Vienna il 5 aprile del 1803, con Beethoven stesso al pianoforte e sotto la direzione di Ignaz von Seyfred. I contenuti musicali rispecchiano, nel primo e nel terzo movimento, quella connotazione “eroica” tipica del Beethoven maturo. Assolutamente fuori dal comune il suo lirismo contemplativo.  Più innovativo è il concerto per pianoforte e orchestra n. 4 (solista Chiara Bertoglio).  Composto tra il 1805 e il 1806 fu eseguito per la prima volta a Vienna nel 1806 presso il principe Lobkowiz con lo stesso Beethoven al pianoforte. Questo concerto spicca fra gli altri beethoveniani per una caratteristica particolare: l’inizio del I movimento è affidato al pianoforte solo. Si tratta della prima volta, nella storia di questo genere, in cui l’incipit, con l’enunciazione del I tema, non è affidato all’orchestra. Questa oltre ad essere una novità all’interno dell’opera del compositore di Bonn è anche l’ultima grande innovazione apportata al genere in epoca classica.