Un programma ricco e variegato conduce l’ascoltatore verso la produzione più significativa di Giuseppe Martucci. Quella che scrisse scrisse a partire dai 22 anni: la Gavotta secondo dei due pezzi op. 55, la Serenata op. 57 (piccolo pezzo dal carattere intimistico, con la sua piacevole linea melodica che si distende su un accompagnamento di sestine che imita un arpeggiare di chitarra) e la Giga, terzo dei tre pezzi op. 61. Con l’Ouverture Le Ebridi (tedesco Die Hebryden), op.26, “La grotta di Fingal”, scritta da Felix Mendelssohn nel 1830, ispirato dal viaggio che intraprese in Scozia un anno prima, il compositore richiama il movimento del mare mediante la ripetizione del tema iniziale, affidato soprattutto agli archi, che viene poi mirabilmente riarrangiato impetuosamente al fine di riprodurre l’instabilità del moto delle onde. Il Concerto per violino e orchestra op. 64, l’ultima composizione per solista e orchestra sinfonica di Mendelssohn, presenta un’assoluta novità: l’entrata del solista senza introduzione orchestrale.   Un omaggio alla moglie Cosima per il suo compleanno da eseguire solo dentro le mura domestiche.  Questo il motivo per cui  Richard Wagner scrisse l’Idillio di Sigfrido che per motivi economici otto anni più tardi fu pubblicarlo per diventare la pagina sinfonica più famosa del compositore tedesco. L’ascolto della pagina è di rara suggestione: cangiante dal punto di vista timbrico, preserva tuttavia la riconoscibilità dei temi nel gioco contrappuntistico delle parti proprio grazie a un abilissimo uso dei colori.  Roma. Auditorium ConciliazioneVia della Conciliazione 4Info 800.904.560 Domenica 26 febbraio ore 17.30 Lunedì 27 ore 20.30