La Sesta Sinfonia in fa maggiore op. 68, detta “Pastorale” di Ludwig van Beethoven fu composta nell’estate del 1808 (anche se alcune parti di suoi temi si ritrovano in appunti risalenti al 1804), in quasi perfetta contemporaneità con la Quinta Sinfonia. Beethoven più volte attesta in vari documenti il suo profondo amore per la campagna e la sua visione vagamente panteistica della natura, percorsa dalla potenza divina che in essa si rispecchia e traspare. Una chiave di lettura importante ci è suggerita da Beethoven stesso, quando definiva questa sinfonia con le parole “più espressione di sentimento che pittura (mehr Ausdruck der Empfindung als Malerei)”. Franz Joseph Haydn, uno dei maggiori compositori del periodo classico, considerato il “padre” della sinfonia e del quartetto d’archi, compose le sei sinfonie a metà degli anni Ottanta. Dette parigine segnarono un nuovo ampliamento di formato e orizzonte stilistico. L’unica in sol minore del gruppo è la Sinfonia n. 83, detta anche “la poule” o “la gallina” per la nota puntata e ribattuta degli oboi nel primo tempo che ricorda il verso dell’animale da cortile.  Fondamentale fu il contributo dato da Arcangelo Corelli  allo sviluppo del “Concerto Grosso”, che egli portò all’apice della perfezione. L’Op.6, n. 8 è il Concerto fatto per la notte di Natale. La scrittura appare chiaramente densa, segno esplicito di un indirizzo ecclesiale, così come la scelta della tonalità di Sol mino- re, la nobile solennità del Grave e l’esemplare dialogo istituito tra i tre strumenti solisti e l’orchestra basato su una nitida cantabilità ed una discorsività musicale fervida. Corelli, in questo concerto, cristallizza anche i tocchi di colore in un’architettura concertante purissima, che nel finale in dissolvenza induce un clima di raro raccoglimento.  Roma.Auditorium Conciliazionedomenica 8 gennaio ore 17.30 lunedì 9 gennaio ore 20.30