Un ricco programma per il concerto dedicato ll’associazione Coccinelle per l’Oncologia Pediatrica:l’Ouvertureda Il Barbiere di Siviglia diRossini, il Concerto in do pervioloncello e orchestra di Haydn, e la Sinfonia nr 8 di Beethoven.
La prima rappresentazione de Il barbiere diSiviglia, titolo originale è Almaviva, o sia l’inutile precauzione, ebbeluogo il 20 febbraio 1816 al Teatro Argentina a Roma e terminò fra i fischi. Aprovocarli, secondo i pettegolezzi dell’epoca, sarebbero stati gli impresari diun teatro concorrente, il Teatro Valle; secondo altri, la colpa fu di alcuniseguaci di Paisiello e della sua versione dell’opera. Il solo annuncio cheRossini stava preparando una nuova versione del Barbiere di Siviglia avevasuscitato non poche polemiche, anche in considerazione del fatto che all’epocaPaisiello era ancora vivo. Il fiasco della prima fu però riscattatoimmediatamente dal successo delle repliche e l’opera di Rossini finì presto peroscurare la precedente versione di Paisiello, divenendo ad oggi una delle operepiù rappresentate al mondo. Beethoven lavorò all’Ottava Sinfonia durante il 1811 completandola perònell’estate dell’anno seguente a Teplitz, Karlsbad e Linz; fu eseguita la primavolta in pubblico, sotto la direzione dell’autore, il 27 febbraio 1814 nellaSala del Ridotto a Vienna, in un concerto tutto di musiche di Beethoven (fra lequali spiccava ancora la Settima Sinfonia). L’aspetto più singolaredell’opera, sottolineato dalla ricomparsa del minuetto per il terzo movimento,è un certo ritorno ad Haydn e Mozart dopo le novità di ogni genere affermatedalla Quinta Sinfonia, dalla Pastorale, dalla Settima Sinfonia;ma il ritorno all’antico non è una vacanza (come suggerisce anche la quantitàdi schizzi e appunti variamente elaborati), bensì una affermazione ulteriore diumorismo e di vitalità capace di sorprendere e di giocare con le forme. Il Concerto per violoncello in Domaggiore di Franz Joseph Haydn fu scoperto nel 1961 da Oldřich Pulkert, unarchivista del Museo Nazionale di Praga. Anche Haydn, così come Mozart e moltialtri compositori, non ha mai trovato una forma di concerto da poter dichiarare“definitiva” in senso assoluto; questo soprattutto per poter assecondare lanaturale propensione al pensare la composizione come funzionale all’esecuzionee quindi in grado di esaltare via via le caratteristiche migliori dei musicistiai quali era diretta. L’apertura in Moderato è densa di lirismo eimpressionante come una sinfonia; il movimento Adagio è un’eloquente aria nellaquale il violoncello dialoga con gli archi destinati all’accompagnamento e nonsi limita ad appoggiarvisi sopra; nel finale, più che nelle altre sezionidell’opera, riconosciamo i tratti di quell’Haydn dallo spirito rapido efascinoso, ma sempre con i piedi ben piantati a terra, che caratterizzano lamaggior parte delle sue composizioni.