A rivelarlo, una ricerca diretta da Michael Worobey dell’Università dell’Arizona a Tucson per conto del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) e della David and Lucile Paccokard Foundation e pubblicata sulla rivista “Nature”. Secondo quanto emerso, la prima infezione da Hiv sarebbe avvenuta un secolo prima di quanto pensiamo. La prova è venuta dal confronto tra i geni di 2 ceppi virali diversi, attraverso l’utilizzo di specifici orologi molecolari che permettono di sapere da quanti anni un determinato ceppo si è differenziato da un altro. Solo così è stato possibile retrodatare di 40 anni l’apparizione di un ceppo ancestrale di Hiv in mano ai ricercatori.Dunque, la patologia dell’AIDS sarebbe nata nel Camerun del Sud tra il 1884 e il 1924, periodo in cui i primi fenomeni di urbanizzazione sono stati una vera e prorpia concausa dello sviluppo rapido del virus. Si presume che il suo passaggio dagli scimpanzè all’uomo sia avvenuto in una fase non ancora letale e che, poi, diverse mutazioni lo abbiano reso pericoloso intorno agli anni ’60 del secolo scorso.