Se la ciccia ne è un chiaro derivato, i brufoli non discendono dalla cioccolata. Gli esperti dell’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani (ADOI), rifacendosi ad uno studio già pubblicato sul Journal of the American Medical Association (JAMA), contraddicono l’assunto popolare che vuole il cioccolato tra i primi responsabili dell’acne. L’argomento sarà al centro dei dibattiti previsti nell’ambito del prossimo Eurochocolate (16 – 25 Ottobre), la Festa del cioccolato di Perugia. Spiega Patrizio Mulas, Presidente dell’ADOI: “L’acne colpisce dal 70% all’87% degli adolescenti. Numerosi sono i fattori coinvolti nella genesi delle lesioni cutanee: dall’ipersecrezione sebacea alla cheratinizzazione infundibolare, dall’attività della flora microbica degli infundibuli pilari all’azione di altri agenti dell’infiammazione follicolare”. Senza contare fattori collaterali come il vizio del fumo, lo stress e la predisposizione genetica. Le prime verifiche che scagionano il cioccolato dall’accusa di far fiorire l’acne risalgono alla metà degli anni ’60: allora, quando barrette e noccioline cominciavano ad impazzare, si effettuarono i primi test, che esclusero il collegamento diretto di questi alimenti con il formarsi delle escrescenze cutanee. Quelle ricerche, poi accantonate, sono state recuperate di recente, in concomitanza con l’esplosione delle curiosità dietetiche e salutiste. Tuttavia, nonostante gli esperti di oggi riabilitino cioccolato e affini, secondo i sondaggi ben sette giovani su dieci continuano a pensare che il cibo sia il primo agente delle imperfezioni della pelle.