Mai rappresentata in precendenza, in più di duecento anni di vita del teatro lirico triestino, sabato 13 aprile debutta la Clemenza di Tito di Mozart, considerata il canto del cigno dell´opera seria settecentesca. Scritto in soli diciotto giorni e lasciato in eredità da Mozart alla stregua del “Flauto Magico” e del “Requiem”, questo capolavoro riflette le esperienze precedenti delle Sinfonie e delle altre Opere drammatiche scritte durante gli ultimi quattro mesi del 1791 che furono anche gli ultimi del grande compositore. L’allestimento, ripensato dallo scenografo Pier Paolo Bisleri, riproduce la struttura architettonica progettata dal Palladio per il Teatro Olimpico di Vicenza che è uno dei più significativi esempi dell’architettura rinascimentale italiana e uno dei primi esempi di illusionismo prospettico. Pier Paolo Bisleri ha realizzato una copia iperrealistica e destrutturalizzata del teatro stesso, creando un modello quasi fosse collocato nello studio del Palladio nel cui spazio scenico, agiscono, come in una vera e propria “gipsoteca,”gli artisti che interpretano l’opera mozartiana secondo la regia di Grindà che è coadiuvato nella messa in scena dall’assistente Eric Chevalier. La direzione e concertazione dell’opera che contiene alcune arie che sono tra le più belle che Mozart abbia mai scritto, è affidata alla grande esperienza musicale del M° Gianluigi Gelmetti, di cui è nota la raffinatissima sensibilità mozartiana, che curerà e guiderà un cast di grandi doti interpretative formato dal tenore Giuseppe Filianoti (Tito), il soprano Eva Mei (Vitellia), Laura Polverelli (Sesto), Irina Dubrovskaya (Servilia) e ancora Annunziata Vestri e Marco Vinco rispettivamente Annio e Publio. I costumi del nuovo allestimento portano la firma di Francoise Raybaud–Pace; le luci sono di Claudio Schmid. Completano la compagine artistica impegnata nell’opera il Coro istruito da Paolo Vero e l’Orchestra del Teatro Verdi di Trieste. La trama è la storia dell’imperatore Tito che, sfuggito a una congiura, scoperti i traditori, prima li condanna, ma alla fine, con un inaspettato atto di clemenza perdona tutti gli artefici, legati a lui, oltrettutto, da vincoli d’amicizia. Prima di essere questo monarca illuminato, Tito è stato colui che ha massacrato o ridotto in schiavitù il popolo ebraico durante la presa di Gerusalemme e ne ha distrutto il tempio. E’ evidente che Tito, al centro della vicenda ambientata nella Roma del 79 d.C., è un imperatore romano assurto a modello di clemenza, la cui magnanimità nel Settecento era antonomastica: egli è l’idealizzazione di Leopoldo II re di Boemia. L’opera rimarrà in scena al “Verdi” dal 13 al 27 aprile 2013. Nella recita del 14 aprile si esibirà un altro cast in cui figurano Marina Comparato, Tony Bardon, Mihaela Marcu, Gabriele Sagona e Rita Cammarano che rivestiranno rispettivamente i panni di Sesto, Tito Vespasiano, Vitellia, Publio e Servilia.
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