Ricotta, stracchino, mozzarella, yogurt: anche l’Italia inizierà presto a produrli con latte disidratato, in linea con quanto stabilito dalla Commissione Europea, che con una lettera di diffida al nostro Paese ha posto fine al divieto di utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la lavorazione dei prodotti lattiero caseari stabilito da una legge del 1974. La nuova norma, promulgata dall’UE anche per favorire la libera circolazione delle merci, farà presto arrivare sulle nostre tavole i “formaggi senza latte” provenienti dai paesi esteri.

Ma come cambieranno le caratteristiche nutritive dei prodotti caseari contenenti latte disidratato rispetto a quelle dei normali formaggi e yogurt realizzati con latte vaccino?

“La produzione industriale di cibo e la sua contaminazione con prodotti chimici e sostanze farmacologiche, la conservazione e la distribuzione a migliaia di chilometri di distanza incidono pesantemente sulla salute attuale e futura della popolazione. Una delle caratteristiche distintive dei prodotti caseari Made in Italy è, ad esempio, il forte legame con il territorio dal quale provengono, che dà gusto e sapore alle nostre eccellenze con tutta la ricchezza nutritiva del latte, che apporta calcio, fosforo, vitamina A e vitamine del gruppo B, e dello yogurt fresco, ricco di fermenti lattici vivi”, spiega Alberto Fiorito, nutrizionista e medico omeopata promotore del progetto “Governo della Salute” (www.governodellasalute.it), dedicato a promuovere il consumo eco-sostenibile attraverso i valori guida di Informazione, Consapevolezza, Responsabilità e Azione. “L’uso del latte in polvere sottrae, invece, naturalezza ai formaggi, riducendone l’apporto di microelementi energetici e inducendone un consumo superiore”.

E ancora: “La qualità e l’autenticità delle nostre specialità lattiero casearie sono apprezzate in tutto il mondo e solo facendo scelte responsabili sarà possibile fare in modo che il cibo non diventi semplice merce, ma riacquisti il suo vero valore. Come fare? Scegliendo prodotti di qualità a filiera corta e adottando una filosofia di consumo sempre più consapevole, ad esempio aggregandoci in gruppi di acquisto solidali”, conclude il Dottor Fiorito

Fra i formaggi che non saranno interessati dal provvedimento figurano, ad esempio, il Montasio ed il Provolone del Monaco, entrambi a marchio Dop.