Gli agrumi e i kiwi sono a fine stagione, ma è ancora presto per la frutta estiva. In periodi di passaggio come questo, la banana diventa il frutto ideale da mettere nello zaino o in borsa come spuntino. Facile da trasportare e da mangiare, la sua densità regala anche un buon senso di sazietà. Tuttavia, forse perché non sono un’ottima fonte di vitamina C (24 mg/150 g) vengono un po’ considerate dei frutti di serie B e ingiustamente “ingrassanti”. Al contrario, hanno alcune caratteristiche interessanti dal punto di vista nutrizionale e dietetico che può essere utile conoscere.

Una “musa” tutta gialla

Come curiosità può essere interessante sapere che dal punto di vista botanico la banana in realtà è una bacca appartenente alla famiglia delle Musacee, e che dalla specie Musa balbisiana derivano i vati tipi che mettiamo a tavola (mentre la Musa acuminata dà il platano, un tipo di banana verde che in cucina viene trattato come un ortaggio da cuocere).

Potassio per sgonfiarsi

Le banane sono ricche di potassio, un minerale che tra le tante funzioni (come quelle di regolare il battito cardiaco o le contrazioni muscolari) mantiene in equilibrio i liquidi del corpo contrastando l’azione del sodio. E, infatti, il potassio è diuretico e riduce la pressione sanguigna. Al contrario del sodio, i cui eccessi dietetici notoriamente contribuiscono all’ipertensione e alla ritenzione di liquidi nei tessuti. In altre parole, mangiarsi una banana (come pure altri frutti od ortaggi ricchi di potassio) aiuta anche a sgonfiarsi, liberandosi della ritenzione idrica.

Calmanti se la pancia è sottosopra

Se dalle nostre parti si usa la definizione, ormai obsoleta, di “dieta in bianco”, gli anglosassoni utilizzano l’acronimo BRAT (formato da Bananas, Rice, Applesauce, Toast) per indicare un regime dietetico una volta prescritto per alleviare i problemi gastrici o intestinali che richiedevano una dieta blanda, emolliente e facile da digerire. In effetti, il già citato contenuto di potassio aiuta a reintegrare le eventuali perdite dovute a un intestino o a uno stomaco “iperattivi”. Ma in particolare, le banane vengono tutt’ora consigliate per lenire un intestino infiammato, specie quelle acerbi grazie al contenuto più alto di amido resistente. Quest’ultimo viene così chiamato perché, appunto, resiste alla digestione nell’intestino tenue e diventa nutrimento dei batteri benefici per il tratto digestivo, aumentandone la crescita. Grazie alla fermentazione dell’amido, questi batteri producono acidi grassi a catena corta (SCFA) che risultano utili, oltre agli stati infiammatori generici, anche nel trattamento e nella prevenzione di chi ha problemi cronici a livello intestinale, colon compreso.

Così si riduce il loro impatto sulla glicemia

La presenza dell’amido resistente nelle banane acerbe comporta anche un vantaggio per chi ha problemi di glicemia in quanto riduce l’indice glicemico di questi frutti. Non scomponendosi nell’intestino, ed essendo assorbito assai lentamente, questo speciale amido consente un rilascio di zuccheri nel sangue molto più graduale e contenuto (causa della riduzione dell’IG). Inoltre, contenendo più zuccheri della media di altri frutti come mele o agrumi, in genere si consiglia di consumare una porzione di 100 g di banane per allinearsi col contenuto calorico e di zuccheri della frutta in generale, la cui porzione standard è di 150 g. In altre parole, se si evitano quelle troppo mature e si riducono le porzioni, le banane non devono più far paura. Tra l’altro, si possono mescolare in macedonia a frutti con un indice glicemico basso, come le fragole, per ridurre ulteriormente il loro impatto sulla glicemia e aumentando il potere saziante del mix. Ovviamente, in caso di diabete, prima di introdurre le banane nella dieta sarà opportuno consigliarsi con lo specialista.

Alleate della dieta

Chi sta a dieta ha sempre un po’ di timore della banana perché è un po’ più calorica della frutta comune. Tuttavia non dovrebbe: 150 g di questo frutto apportano 115 calorie, un apporto energetico in linea con un alimentazione sana e leggera, anche se un po’ superiore a quello di mele o agrumi. Inoltre questo frutto può diventare un fantastico alleato della cucina light. Il segreto è la sua speciale pastosità, che la rende un ingrediente perfetto per dessert ipocalorici. Una volta frullata, ad esempio, negli impasti dei dolci rende molto meno necessaria – se non inutile – la presenza di zucchero e di elementi grassi. Se congelata dà vita a gelati e ghiaccioli sani e a prova di qualsiasi dieta!