Fantastico, allegro, coinvolgente. E’ in forma perfetta, Renzo Arbore. Scherza, racconta aneddoti e storielle come un adolescente che vuol fare “l’americano” (racconta che è stato il primo ad indossare i jeans a Foggia). E ci riesce con …my American way” (Gazebo Giallo/ Sony Music), il titolo dell’ultimo progetto discografico.  Un nuovo album che mostra in pieno il lato crooner dell’artista: 15 canzoni, quelle con la “C” maiuscola, che rappresentano i brani della “memoria”, secondo l’insindacabile giudizio di Arbore.  Presentato lo scorso 14 ottobre a New York, nel tempio americano di Eataly, “il progetto, spiega il patron Oscar Farinetti (che Arbore definisce «il più grande pizzicagnolo del mondo») è di mettere assieme le eccellenze italiane e dimostrare chi siamo e quanto siamo bravi».
Gli americani le chiamano “evergreen” perche’ sono brani destinati ad essere adottati, personalizzati e riletti nel tempo, come accade nel jazz che vive di un repertorio “senza tempo”. “Le mie canzoni, vista l’età, la mia, sono tante”, afferma Renzo Arbore, “vanno da quelle napoletane (che ho “riletto” tante volte) a quelle americane, messicane, francesi, cubane e a certe italiane. 
“A proposito di quest’ultime, mi sento di poter affermare (anche come dj radiofonico della prima ora), che oltre alle canzoni napoletane, tipicamente “made in Italy”, sono molto affascinanti anche le ballad italiane scritte da nostri compositori che mescolavano la passione per il jazz, la grande musica americana, insieme alla vena melodiosa e sentimentale tipicamente italiana”, spiega Arbore. “Tra i tanti vorrei ricordare Domenico Modugno, Tony Renis, Cesare Andrea Bixio, Carlo Alberto Rossi Pino Massara, Redi ai quali ho voluto rendere omaggio in questo disco inserendo alcune canzoni “preferite”, con la complicità dei miei “Swing Maniacs”. 
2C’era un tempo in cui gli americani attingevano al repertorio italiano, basta ricordare due giganti come Nat King Cole con “Non dimenticar” e “Signorina Capuccina”; Frank Sinatra con “Luna Rossa” e “Anema e core”. Oggi il fenomeno potrebbe ripetersi riscoprendo i brani di questo album: la mia “mission”, infatti, è quella di …my American way” sinora meno nota o meno celebrata, di queste canzoni”. 
Un progetto ambizioso, dunque. Che rispecchia la personalità ecclettica dell’artista pugliese: canta, suona, gira il mondo con la sua Orchestra italiana ((«Siamo assieme da 23 anni, matrimonio solidissimo. Fino a 70 date ogni anno”), colleziona oggetti per la sua casa-museo e trova anche il tempo per la sua web tv, Renzo Arbore Channel: “Pensavo che il Web fosse qualcosa di respingente. Invece è un miracolo, uno strumento con potenzialità fantascientifiche. E io ho voglia di esplorarlo”.E noi con lui!