Sdegno e proteste non mancano mai in materia di Festival della canzone italiana. E quest’anno i tempi hanno battuto il record. 0cchio di bue, dunque, sul pezzo di Giuseppe Povia (vincitore del Festival 2006) “Luca era gay”: il testo parlerebbe della storia sentimentale di un uomo che, dopo aver avuto rapporti omosessuali, incontra una donna e se ne innamora («io ero gay, ma ora sto con lei»).Immediata la reazione del Presidente di Arcigay Aurelio Mancuso, che ha minacciato di bloccare il Festival se la Rai non chiarirà la sua posizione. Secondo L’Associazione, infatti, la “conversione” dell’omosessuale che è al centro del brano , potrebbe produrre effetti deleteri sulla considerazione dei gay, a causa delle allusioni a precedenti stati di malattia che possono essere guariti”. D’altronde, ricorda Mancuso, «ricordiamo molto bene come Povia non sia del tutto nuovo a nette prese di posizioni pubbliche su questioni del mondo LGBT (acronimo utilizzato per riferirsi a persone Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali)». Riferimento esplicito  all’intervista che Povia rilasciò a “Panorama”, dichiarando:«Gay non si nasce. Lo si diventa in base a chi frequenti, a quello che ti insegnano da piccolo».Così, con fare malizioso, si parla già di testo biografico della canzone, data la strana coincidenza tra l’intervista rilasciata dal cantautore stesso e il titolo sin troppo evocativo della canzone. A scanso di ulteriori equivoci, l’entourage del cantautore, che si dice basito della polemica scatenata, precisa che non esiste alcun legame con Luca Tolve di Potenza, noto esponente del gruppo Lot e promotore del restauro della mascolinità «attraverso la preghiera e l’ausilio dello Spirito Santo».Intanto Arcigay ha lanciato su Facebook il messaggio «Non lasciamo che Povia canti di ex gay a Sanremo», per radunare un gruppo di militanti che si opponga all’esibizione di Povia. «Se Bonolis e il suo direttore musicale intendono mandare in scena uno spottone clerical-reazionario contro la dignità delle persone omosessuali, sappiano fin d’ora che la nostra reazione sarà durissima, rumorosa e organizzata», ha ribadito Mancuso.