Dedicato al balletto il programma che l’Orchestra Sinfonica di Roma ha eseguito questa sera (replica domani alle 17.30) per un pubblico in visibilio. Succede quando la Sala dell’Auditorium Conciliazione rimanda le note della Suite dal balletto “Lo Schiaccianoci” di Čajkovskij. Proprio con il grande musicista lla grande musica sinfonica entra nel balletto, quando a partire dalla fine dell’Ottocento la scuola russa diventa fulcro di questa forma d’arte.  Sull’onda del successo della “Bella addormentata”, Marius Petipa volle continuare la sua collaborazione con Čajkovskij, cui propose di predisporre la musica per un nuovo balletto da mettere in scena per la stagione 1892. L’occasione fu offerta dal principe Vsevolojskij, direttore dei teatri imperiali, che suggerì come soggetto “Schiaccianoci e il re dei topi”, un racconto di E.T.A. Hoffmann, da lui letto nella traduzione francese e libera versione  di Alexandre Dumas padre.  All’inizio il compositore non fu molto entusiasta del soggetto ma Petipa seppe convincerlo del contrario elaborando un libretto dove la vicenda rimaneva in secondo piano rispetto all’atmosfera magica che ne venne fuori ed in cui sentimento, amore, sogno, divertimenti, prodigi venivano esaltati.  Il balletto andò in scena il 18 dicembre 1892 al Teatro Mariinskij di San Pietroburgo ma con la coreografia di Lev Ivanov in quanto nel frattempo Petipa si era ammalato e con Riccardo Drigo direttore dell’Orchestra. La Suite che ne derivò divenne molto popolare nell’ambiente dei concerti. Dedicata a  Prokoviev  con la Suite dal balletto “Romeo e Giulietta” , la seconda parte del concerto ha voluto illustrare l’efficacia comunicativa di uno dei più celebri balletti composti nel Novecento. Composizione che non ebbe un concepimento naturale. Prokofiev, infatti, dovette dapprima cambiare il finale (la prima vesione si conclude con un happy end assai criticato), quindi si vide rifiutare gli innaturali ritmi del balletto dai corpi di ballo di Mosca e Leningrado (San Pietroburgo), dovette inserire qualche “solo”, ed infine apportò ulteriori modifiche alla partitura.