È vero che il foro è quasi sempre il risultato di un intervento rapido, semplice e in genere indolore, ma poiché comunque consiste in una procedura invasiva, per quanto ridotta al minimo, può causare fastidiosi infiammi e pruriti poiché quel piccolo buco è pur sempre una porta d’ingresso per germi e batteri ed il punto di contatto immediato e diretto della nostra pelle con materiali non sempre anallergici. Di conseguenza, è necessario che sia garantita la sterilità degli oggetti che vengono a contatto con l’epidermide. E ed è ovvio, che non è bene procedere con il fai-da-te, ma bisogna affidarsi a personale qualificato.Ci sono persone che sono allergiche ai metalli e in particolare ad alcuni tipi di metalli, che possono contenere leghe di argento e nichel, che magari sono mal tollerate. Se nel giro di poche ore si ha una sensazione di irritazione o si ha prurito e la pelle si arrossa, allora ci si trova di fronte ad una classica dermatite da contatto.Per evitare questo tipo di disturbi, bisogna stare attenti ad usare orecchini con la scritta “nichel free” oppure di oro, che è un metallo che genericamente non comporta intolleranze, anche se ciò non è vero sempre e per tutti. Dunque, fatto il forellino, bisogna usare orecchini sterilizzati e monouso, cioè non bisogna scambiarseli.Inoltre, è da considerare una possibilità per quanto non remota che residuino delle cicatrici,  specie quando i fori non siano stati eseguiti correttamente. Ed invero, in una bassa percentuale di persone, nel punto dove è stato eseguito il foro, può comparire una formazione anomala di tessuto, detta anche cheloide. Queste cicatrici sono piccole e non creano particolari disturbi, ma sono antiestetiche e possono comparire in quelle persone che hanno vasi sanguigni fragili. I dermatologi consigliano di evitare di effettuare forature se sono presenti esiti cicatriziali anomali in altre sedi del corpo. Per ciò che concerne l’età, non vi sono differenze a seconda che si tratti di bambini o adulti perché  i rischi sono uguali. La più alta frequenza di esiti cicatriziali o reazioni infiammatorie o allergiche nei più piccoli sta nel fatto che tra di essi è una pratica molto più diffusa. È noto, infatti, che in certe zone dell’Italia, ma anche di altri Paesi è una tradizione che affonda le radici nel remoto passato forare i lobi delle orecchie alle bambine fin da neonate. Questo dovrebbe far riflettere i genitori a prestare maggiore attenzione, perché i bambini si muovono, si grattano e possono ferirsi più facilmente degli adulti. Anche la sterilizzazione è un aspetto fondamentale al fine di eliminare o ridurre al minimo i rischi d’infezione: non basta l’alcol perché come ormai (quasi) tutti sappiamo non garantisce l’eliminazione completa di batteri e germi. È buona prassi, pulire quotidianamente la zona con garza sterile imbevuta di acqua ossigenata. Nei primi giorni non sarebbe male applicare anche una crema antibiotica e non togliere l’orecchino fino a quando la ferita non si è rimarginata.