Bruxelles è una città che sfugge alle definizioni e alle mode. Sarà per l’understeament caro alla sua popolazione colta e cosmopolita o per il fatto di essere a cavallo fra due lingue (francese e fiammingo), due mondi e due percorsi storici differenti. Le fioriture del liberty e del decò – una visita al palazzo Stoclet progettato da Hoffman e affrescato da Klimt è impedibile quanto una prolungata sosta fra il trionfo barocco della Grand Place e quello neo gotico del Palais d’Egmont – dividono in una stravagante armonia il panorama coi casermoni e le scatole di cristallo degli Eurocrati e del loro quartiere, un bric-à-brac al limite del pensabile di tutto ciò che – in fatto di design ed architettura – è stato definito moderno dal 1950 in avanti.  Poi il paesaggio. Gli italiani pensano al Belgio come a un paese quasi del tutto piatto. Errore: Bruxelles è ncredibilmente piena di scalinate, angoli nascosti che celano musei stravaganti (del cioccolato, dei diamanti, del fumetto) saliscendi e ripide stradine che improvvisamente si aprono su piazze, parchi curatissimi e maestosi viali alberati.  E poi ancora il tempo, che cambia di continuo in base ai capricci del vento che soffia dal mare e porta nell’aria la follia dei quadri di Brueghel, Bosch, Ensor e Magritte conservati alla pinacoteca reale.
La stessa follia festosa che la notte accende alcuni dei club più cool della scena europea: La demence, Hotel Costes, Mister Emma, tanto per citare qualche nome.
Una città da girare pigramente in tram (del resto l’aria salottiera di questi mezzi di trasporto è perfettamente consona all’ambiente) godendosi l’onda lunga delle celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della Comunità Europea.  Scendere solo quando l’occhio coglie qualcosa di interessante, magari vicino alla Cattedrale, alle Galeries, al Mont des Arts, al Sablon (quartiere ad alta concentrazione di antiquari, boutique vintage, atelier di giovani stilisti e gallerie d’arte) alla residenza dei sovrani o al magnifico Giardino Botanico. Questa oasi di serre e aiuole neoclassiche fra i grattacieli ospita ad inizio estate un festival d’arte, musica e performance d’avanguardia impedibile per i veri trend setter.
Forse lì potrete intravedere per un attimo la vera Bruxelles, che si presenta come metropoli internazionale, ma nel cuore resta una piccola ed eccentrica capitale a dimensione umana, dove il vivere bene è codificato nel DNA cittadino. Le carrefour de l’Europe potrebbe essere anche questo: saldare insieme tutto quanto riusciamo a creare di buono mettendo da parte ansia, nevrosi, superficialità.