Immaginare le case degli altri, ipotizzare le collocazioni, gli spostamenti, i colori, sono facoltà universali. Specie nella letteratura. Quando una finestra, un cortile, una fessura possono diventare uno specchio per la conoscenza di se stessi e degli altri.A muovere l’ispirazione di Hilary Belle Walker, nata e cresciuta a San Francisco, ma da undici anni nel nostro Paese, è stata la voglia di indagare sulla verità delle persone che ruotano intorno al personaggio protagonista.  “Case Altrui”, infatti, è un libro in dieci racconti, così ben strutturato da assumere la fisionomia di un romanzo quasi autobiografico. Hilary trova lavoro in una libreria (che di certo non abbatte la paura della nuova povertà) e deve fare i conti con quei vestiti ancora ostaggio del “tintore”, con le bollette che giacciono nella cassetta della posta, con le gaffes di fronte ai clienti e qualche rimorchio improbabile sulle terrazze del centro. Fino a toccare la nostalgia dell’odore di casa, quella che sopraggiunge all’improvviso. Ma ne stemperano la forza l’ ex fidanzato Carlo, l’ amica Silvia, il fioraio Dries, l’amatissimo cane Bartleby, come una vera e propria famiglia.E ne viene fuori una Milano avvolta da un’aura incantata, in cui Hilary ama perdersi, ogni volta, senza tralasciare i dettagli delle strade, delle case, dei mercatini e di Corso Magenta. Forse un modo di conoscersi attraverso gli altri, quello della Walker, ma senza pretese. Insieme ad un grande sogno: quello di vedere pubblicato il suo primo libro. Così, tra spunti stimolanti e sentimenti opposti che si alternano, “Case Altrui” si modella come una raccolta di frammenti di vita, in cui si è davvero se stessi o si finge di essere altro. Sempre alla ricerca del proprio posto nel mondo e della propria casa.
 Hilary Belle Walker
Case Altrui
Cairo Editore