In scena dal 19 febbraio al 6 marzo al Colosseo Nuovo Teatro di Roma lo spettacolo di Luca De Bei è il primo lavoro della compagnia “Asilo Molly Mariuccia”. La cellula è la più piccola struttura ad essere classificata come vivente, è un’entità chiusa ed autosufficiente: nemmeno per riprodursi ha bisogno di un suo simile.Così sono i personaggi di Cellule: completamente impermeabili alle emozioni e alle vite altrui. Nessuno scambio può avvenire tra questi personaggi, solo scontro e violenza. La solitudine è il loro tratto distintivo: nessuno riesce ad entrare nel mondo degli altri, nessuno riesce a comunicare il proprio dolore, il proprio disagio. Nel mondo descritto da Luca De Bei non c’è spazio per la com-passione, non c’è empatia tra gli esseri umani. Ma come in un organismo, in cui le cellule non si toccano tra loro anche se sono tutte collegate dalla stessa linfa vitale, così i personaggi del testo seguono un fil rouge che li accomuna tutti… anche se loro non ne sono consapevoli. Le dieci scene che compongono il testo, infatti, apparentemente non hanno alcun legame narrativo o spazio-temporale ma lentamente emergono i legami tra i personaggi, che sembrano non potersi toccare, solo ferire. Un papà che stupra le donne (Andrepietro Anselmi), una psicologa che abbandona il suo cane (Cristina Pasino), uno sceneggiatore che scopre di avere l’aids (Luca Terracciano), uno studente in contatto con gli alieni (Manuel Zicarelli), una donna in carriera più preoccupata della sua auto che del bambino che ha in grembo (Barbara Alesse), un poliziotto gay (Maximilian Dirr): questi sono i personaggi che popolano Cellule.