Due importanti ricerche condotte, la prima dalll’Università di Nottingham e l’altra da quella di Davis, hanno dimostrato come l’azione dei polifenoli del cacao si esplichi attraverso l’inibizione delle piastrine (coinvolte nella formazione di trombi) e dei leucociti (coinvolti nei processi infiammatori), favorendo il mantenimento di un tono vascolare ottimale.Uno studio dell’Università di Dusseldorf ha dimostrato come l’ingestione di una tazza di cioccolato amaro migliori la risposta vascolare e l’elasticità delle arterie e ricercatori dell’Università di Scranton hanno verificato che, dopo il consumo di cioccolato fondente o cacao in polvere, le lipoproteine a bassa densità (LDL) si mostravano più resistenti all’ossidazione riducendo quindi uno dei più importanti fattori di rischio cardiovascolare.
 
Recentemente ricercatori del Dipartimento di Farmacologia dell’University Hospital di Colonia, in Germania hanno scoperto in uno studio controllato che l’assunzione quotidiana di una piccola quantità di cioccolato fondente ricco in polifenoli, riduce la pressione arteriosa e incrementa la sintesi di ossido di azoto, un’importantissima molecola di cui furono scoperte alla fine del secolo scorso le proprietà antiossidanti, antiarteriosclerotiche, vasodilatatrici, antitrombotiche e di protezione dell’apparato cardiovascolare.
 
Insomma  numerosi studi  confermerebbero le proprietà benefiche del cioccolato.
Ma non tutti sono d’accordo. Secondo una ricerca condotta da un team di studiosi dell’Università di Oxford, è sufficiente la sola vista di una barretta di cioccolato per accendere il cervello dei golosi. Semplicemente assaggiandolo l’aspetto della loro materia grigia muta. Muta molto meno in chi non va pazzo per questo alimento. Gli studiosi hanno osservato con la risonanza magnetica, i mutamenti del cervello di 16 volontari – 8 cioccolato-dipendenti e 8 senza particolare passione per il cacao – mentre guardavano immagini che ritraevano. Sono passati poi all’assaggio, di cioccolato liquido per consentire ai ricercatori di fotografare gli eventuali mutamenti nel cervello di golosi e non.Secondo uno studio australiano, il luogo comune sulla cioccolata che serve a sentirsi di umore migliore non ha alcuna prova scientifica. La ricerca pubblicata sul Journal of affective disorders e citata dal Times, dimostra che divorare una tavoletta rischia invece di aggravare i malumori, anzichè  alleviarli.    Fonti Ansa informano che gli psichiatri assicurano: i ‘cioccolisti’, ovvero i cacao-dipendenti, sono in crescita e si contano soprattutto tra donne e adolescenti. …..”Abbiamo ad esempio osservato che molti giovani, soprattutto se in condizioni di particolare stress, consumano cioccolato come una sorta di self-therapy; anche se inconsapevolmente, cioè, ricorrono al cacao proprio per riequilibrare un deficit biologico, come nel caso di un basso livello dei neurotrasmettitori coinvolti nella regolazione dell’umore e che alcune sostanze contenute nel cioccolato riescono ad integrare”. E voi, cioccolisti e non,che cosa ne pensate?