Il film di qualche mese fa, probabilmente, non avrà molto da raccontare ai posteri ma certamente ha il merito di aver ridato notorietà ad un piccolo capolavoro del 1939 che nasconde ben altre qualità. “Chiedi alla polvere” di John Fante per la sezione Economici, edizione Einaudi è un libro che anticipa i tempi. Il protagonista, Arturo Bandini è un sognatore sbandato: ironico, sarcastico ed irriverente, condivide solo in parte le ambientazioni squallide in cui vive alla ricerca di fortuna come scrittore. Un’atmosfera in cui si respira, lì sullo sfondo, l’America post depressione che sente avvicinare una guerra maledetta: si legge velocemente e in modo disimpegnato, per la scorrevolezza del linguaggio usato dall’autore, eppure nasconde una rara intensità ed equilibrio. Al centro della vicenda Arturo Bandini proteso verso la realizzazione delle sue ambizioni artistiche. L’incontro con la bella e strana Camilla Lopez lo trasporta involontariamente verso uno strano universo sentimentale fatto di amore-odio: tratti della storia si mescolano alla crudezza del rapporto tra i due protagonisti. “Chiedi alla polvere” solo apparentemente ci conduce in uno spazio marginale, fatto di squallidi alberghi e di locali dozzinali: in realtà è uno straordinario viaggio interiore, un percorso tra i pensieri e i sentimenti di un giovane di vent’anni, con le sue ingenuità e contraddizioni ma anche con la sua sostanziale nobiltà ed elevatezza spirituale. Il talento letterario di John Fante emerge evidente fin dal prologo. Il lettore assapora anche lui quelle strade dell’Est e del Middle West, dove “c’è la polvere, ed è una polvere da cui non cresce nulla, una cultura senza radici, una frenetica ricerca di un riparo, la furia cieca di un popolo perso e senza speranza alle prese con la ricerca affannosa di una pace che non potrà mai raggiungere. E c’è una ragazza ingannata dall’idea che felici fossero quelli che si affannavano, e voleva essere dei loro”.