In tempi di crisi bisogna ingegnarsi, si sa. Ma quello del baratto sembra essere un movimento che va al di là delle necessità economiche: la filosofia del “non si butta niente” si sta diffondendo a livello comunitario, diventando un’esigenza quasi morale di fronte agli sprechi non solo economici ma anche di risorse della società contemporanea. A Roma è nato il primo negozio dove non si compra, ma si scambia: anzi, si fa “swapping”, come si dice in gergo. Il negozio si chiama “Barattiamo” e si trova in via di Tor Fiorenza 15: ognuno porta dei vestiti e degli accessori che vengono valutati da persone competenti, e in cambio si può prendere merce di uguale valore. Il tutto pagando solo una piccola commissione al negozio.Ma per tutto ciò che non tiguarda solo la moda e l’abbigliamento, si può ricorrere ad un altro strumento di ultima generazione: la Banca del Tempo. E’ un motore di ricerca che offre uno scambio di prestazioni tra gli utenti e agisce su tutto il territorio italiano. Funziona così: ognuno mette a disposizione la propria competenza o abilità, che sia professionale o meno, e in cambio può prenotare qualsiasi altra prestazione di lavoro senza spendere nulla. Insomma, niente di più e niente di meno di quello che i latini chiamavano “Do ut des”, dare per ricevere. La Banca del Tempo, inoltre, offre un servizio di pubblicità gratuita derivato dalla visibilità sul sito.Data la popolarità e la crescente adesione a questo tipo di organizzazione, c’è da scommettere che ben presto il caro vecchio baratto tornerà davvero a caratterizzare il nostro modo di vivere. E sembra che vi sia tutto da guadagnarci.