Si amavano così tanto da non poter stare insieme. Potrebbe essere questo il sottotitolo dell’ultima commedia scritta e diretta da Claudio Proietti al teatro dei Contrari. Sul palcoscenico Siddhartha Prestinari e Simone Colombari.In una qualunque cittadina di provincia, dove entrambi sono di passaggio, si ritrovano, per caso, Cristina e Paolo, che un tempo erano sposati. E quando si assiste ad un incontro (scontro) tra due ex coniugi la cosa si fa interessante: entrambi “travolti da un insolito destino” vivranno una esperienza forte e ricca di emozioni, tra rimproveri, ricordi e terribili, quanto dolci, rimpianti. Tutto questo è “E tu sei bellissima”, in scena dal 18 al 23 gennaio al Teatro dei Contrari (via Ostilia, 22) di Roma.Claudio Proietti scrive e dirige un’opera che mette in scena vizi e virtù del rapporto a due. Quasi uno psicodramma per il pubblico, che non può non identificasi con i personaggi tanto ben costruiti dal regista. Cristina e Paolo, infatti, rappresentano la sintesi femminile e maschile di due mondi lontani che non possono fare a meno l’uno dell’altra: l’uomo e la donna. Attenzione, però, perché Proietti non cade mai nel banale o nel clichè. Dialoghi serrati ed intelligenti, personaggi complessi e un po’ nevrotici, tanto che il lavoro di Proietti viene spesso avvicinato, per acume e sensibilità, a quello del primo Woody Allen. Il regista ci svela che “E tu sei bellissima” è stato pensato per la bella protagonista femminile, Siddharta Prestinari. Un lavoro, dunque, scritto e diretto da un uomo che, però, parte dalla donna. Un dato importante, questo, perché ci dà il senso della visione esterna oggettiva, che è sempre la migliore, ed è quella con cui il pubblico dovrebbe approcciarsi.Il regista porta i suoi personaggi su di un’isola , “stranieri a loro stessi in una terra straniera”, come lo stesso Proietti spiega . Bravissima Siddhartha Prestinari che infonde alla figura di Cristina forza e fragilità, cambia registro con naturalezza infinita e fa innamorare il pubblico. Anche Simone Colombari è magistrale: sornione e canaglia regala un’interpretazione splendida. Incredibile anche la complicità sul palco tra i due interpreti, tanto che il pubblico non può che affezionarsi e tifare per un lieto fine . Ma il “the end”, oltre che metafora della vita, è tutta una sorpresa.