L’America  di Nixon e del Vietnam. Quella che vede sfumare i sogni degli anni Sessanta per scoprire un’allucinante “normalità”. La storia di Charles che “è stato lasciato da Laura ma è ancora innamorato di lei. Charles di solito vive da solo, ma in questo momento sta ospitando Susan, sua sorella di diciannove anni, e l’amica di sua sorella che parla poco. Charles ha invitato a cena Sam, il suo unico amico, che di mestiere vende giacche e a cui è morto da poco il cane di infarto. La cena viene interrotta da una telefonata: è la mamma di Charles, che è matta come un cavallo. Si è infilata di nuovo nella vasca da bagno convinta di stare per morire. Come al solito Pete, il suo secondo marito non c’è. Starà sicuramente con qualche zoccola rimorchiata in un bar…”Così raccontava Ann Beattie in Gelide scene d’inverno, romanzo d’esordio, pubblicato in America nel 1976. (In Italia per la prima volta grazie a minimum fax). Al centro il passaggio dai mitici anni ’60 a quelli della disillusione, gli anni ’70. Personaggi mediocri, senza infamia e senza lode vivono in un contesto narrativo che cattura per ben 414 pagine.  Considerata l’esponente del minimalismo americano l’Autrice di Gelide scene d’inverno affascina per il linguaggio semplice, i dialoghi serrati, la prosa asciutta. La sottile vena di umorismo che percorre il romanzo fa coppia con la presenza costante della musica, quella degli anni ’60,  quella che ha in testa Ann Beattie : Quando devo descrivere un ambiente, dice, tra le varie cose che ho bisogno di immaginare c’è anche il tipo di musica che può esserci in una stanza, magari proveniente dalla radio o dal palazzo vicino. Al centro la descrizione di una società diversa da quella di oggi, con maggiori possibilità e uno stile di vita semplice e autentico. Imperdibile!