Seminato nel Veronese ai primi del ‘500, il grano saraceno si diffuse poi in Valtellina contribuendo a sfamare la popolazione durante i periodi di carestia. A dispetto del nome non è un grano e neppure di origini saracene, bensì arriva da una vasta area che va dalla Siberia alla Manciuria.

La farina di grano saraceno è il principale ingrediente di ricette tradizionali della Valtellina, anche se oggi la sua coltivazione in quest’area è piuttosto scarsa, tra cui i rinomati pizzoccheri originari di Teglio, delle particolari tagliatelle fatte con due terzi di farina di grano saraceno e un terzo di frumento, e la polenta taragna, ottenuta con saraceno, mais, burro e formaggio.

Grano saraceno: 5 pregi
Non contiene glutine, quindi è adatto per i celiaci.
Risulta molto facilmente digeribile.
Rispetto al frumento ha il triplo di lisina, un aminoacido essenziale che rende più “nobili” le proteine in esso contenute.
È ricco di sali minerali, in particolare di magnesio.
Importante è il livello di lecitina, sostanza utilissima nell’equilibrio dei grassi nel sangue.