Carlos Webster è un ragazzo ricco e fortunato, che potrebbe godersi la fortuna accumulata dal padre con il petrolio. Ma a quindici anni assiste a una sanguinosa rapina in un emporio, e il suo destino è segnato: diventerà sceriffo e darà la caccia ai rapinatori dal grilletto facile che infestano l’Oklahoma. Una irresistibile storia di guardie e ladri sorretta da un umorismo feroce, salutata in America da lettori e critici come il capolavoro di Elmore Leonard: per Einaudi, “Hot kid”, pagg. 313, Euro 14,50.
Anche Jack Belmont è ricco, ma c’è qualcosa che non va nella sua testa. Da bambino ha quasi ucciso la sorellina, e ora il suo sogno è darsi alla rapina e diventare il pericolo pubblico numero uno. Inevitabile che le strade di Carlos e Jack si incrocino, in un duello a distanza che ha per posta quel qualcosa di impalpabile che si chiama gloria, o leggenda. Sullo sfondo, l’America della Grande Depressione, un West che si porta ancora dietro il suo retaggio di violenza e giustizia sommaria, un mondo di gangster psicotici e pupe coraggiose, di personaggi leggendari come John Dillinger, Bonnie e Clyde, Pretty Boy Floyd, Baby Face Nelson.
Un’esplorazione sottile e provocatoria del processo attraverso il quale l’America trasforma in leggende i criminali comuni e, a volte, anche gli uomini coraggiosi che tentano di catturarli. E lo stile dell’intramontabile Leonard (a cui è stato attribuito il premio Chandler 2006 durante il Festival del Noir a Courmayeur) è sempre fedele a sè stesso, scattante di dialogo in dialogo, qualche grossa pennellata per definire un personaggio, perfetto per un adattamento cinematografico come è già avvenuto per molti dei suoi romanzi precedenti. Un romanzo costruito con grande abilità e con un equilibrio tra le parti pressoché perfetto dove western e noir s’incontrano in una storia entusiasmante: il romanzo perfetto di un autore al massimo della sua forza. Un intrattenimento per quel bambino di tanti anni fa, che finisce per deliziare anche noi lettori.