Se siamo disposti ad accettare l’idea che il cinema non sia inferiore alla letteratura, credo che sia necessario classificare Hitchcock – ma tutto sommato perché classificarlo? – nella categoria degli artisti inquieti come Kafka, Dostoevskij, Poe. Questi artisti dell’angoscia non possono evidentemente aiutarci a vivere, perché vivere per loro è già difficile, ma la loro missione è di dividere con noi le loro ossessioni. Con questo, ma anche ed eventualmente senza volerlo, ci aiutano a conoscerci meglio, il che costituisce un obiettivo fondamentale di ogni opera d’arte. Queste le parole di François Truffaut, uno degli autori più amati del cinema degli ultimi decenni. Oltre ad essere stato regista e sceneggiatore di film come I quattrocento colpi, Jules e Jim, Effetto notte, La signora della porta accanto, Truffaut ha “creato” con Godard, Malle, Resnais, Chabrol, e Rohmer della Nouvelle Vague. Il cinema secondo Hitchcock, definito dalla critica “il più divertente libro di cinema che sia mai stato scritto”, è un lunghissimo dialogo tra i due grandi registi. Si svolge in un’appassionante interrogazione sull’arte cinematografica, sul suo linguaggio, la sua strategia, le leggi che presiedono al montaggio, al taglio delle inquadrature, al succedersi delle sequenze, alla tecnica narrativa.  Un discorso in apparenza semplice, interamente affidato alla consapevolezza artigianale del “fare”, tra le cui righe si staglia la precisa coscienza, in entrambi, di possedere strumenti speciali, di potere collocare il proprio lavoro al di fuori dell’impero del verosimile, in territori governati da altre leggi, dove intere generazioni di spettatori e cineasti li hanno seguiti imparando ad amare il cinema.
 Il cinema secondo Hitchcockdi François TruffautPrezzo € 39,00Editore il Saggiatore (collana Opere e Libri)