Ore 03:42.
La stanza è ferma. L’aria è immobile. Anche i sogni hanno mollato.
Ti svegli. Non perché vuoi, ma perché qualcosa ha deciso che è il momento di pensare troppo.
E allora inizia il diario. Un flusso. Un elenco. Un delirio poetico tropicale da materasso rovente.
☁️ Pensieri sparsi come le gambe fuori dal lenzuolo
- Devo cambiare cuscino o cambiare vita?
- Ho risposto all’ultima mail con un tono passivo-aggressivo o solo passivo?
- Perché ho detto “a presto” se non volevo rivederlo mai più?
- Quanti gradi deve fare per smettere di credere nella funzione del pigiama?
🌴 Micro-vacanze mentali istantanee
- Un fruttivendolo a Santorini che ti fa assaggiare pesca bianca.
- Una sedia dondolo in legno sbiancato su una veranda immaginaria.
- Il suono dell’acqua in piscina quando sei sott’acqua con gli occhi chiusi.
- Un ventilatore lento in una camera d’hotel con le tende leggere che si muovono appena.
📝 Liste mentali senza speranza
- Cose da comprare al supermercato (non adesso, ma domani):
- caffè decente
- ghiaccio
- motivazione personale (sezione “extra”)
- Cose da NON scrivere in quel messaggio che NON devi mandare domani
- “ti pensavo”
- “sei sparito eh?”
- emoji ambigue
- cose scritte dopo le 3:42
🔁 Rimorsi e sogni riciclati
- Il sogno in cui tornavi al liceo vestito male. Di nuovo.
- Il pensiero della persona che non senti da mesi, ma che stanotte il cervello ha deciso di invitare.
- Il dubbio di aver lasciato acceso qualcosa (la luce, la gentilezza, una speranza sbagliata).
La certezza che domani ti sveglierai confusa, sudatəùa e ancora con un desiderio: alzarti già in vacanza, in un’altra vita, o almeno con una brezza decente.