Il successo internazionale di Il Quinto Giorno, il best seller di Frank Schätzing in cui un inquietante complotto sottomarino minacciava l’intero pianeta, ha destato l’interesse anche sui libri precedenti dell’autore tedesco. Tra gli scaffali è possibile scoprire anche testi meno noti, come Il diavolo nella cattedrale, (Narrativa Nord, 2006, pp. 459, euro 18,60) il suo primo romanzo, scritto dieci anni fa, quando era noto solo come fondatore di un’agenzia pubblicitaria e di una casa discografica. Un romanzo storico ambientato tra le medioevali e spietate lotte per il potere nella Germania feudale, quando nella città di Colonia si scontravano le fazioni aristocratiche, i ceti mercantili e l’autorità ecclesiastica. All’ombra della maestosa cattedrale, una mano omicida accompagna gli ultimi istanti di vita del suo costruttore: un piano diabolico che oppone in breve tempo i due volti della città, quello dei ricchi, rappresentanti del potere politico ed economico, e quello dei miserabili accampati a ridosso delle mura. Uno di loro, il ladruncolo Jacop, assiste per caso alla caduta dell’architetto e ne raccoglie le ultime parole: così facendo, però, il ragazzo rivela la propria presenza all’assassino, il quale si lancia in una caccia spietata per ridurlo al silenzio. Un libro dalle incredibili doti cinematografiche: “Spero di essere riuscito a raggiungere l’equilibrio che desideravo” spiega l’autore “quando si affronta un romanzo storico, si rende necessario affrontare la questione del linguaggio. Un linguaggio che possa in qualche modo avvicinarsi a quello del periodo in questione inserendo però qualche parola antica, non come modi di dire, ma come vere e proprie parole ormai in disuso”. Il linguaggio del libro non subisce però forzature, perdendo d’immediatezza o di ritmo. Una trama prima lenta e poi sempre più serrata in cui mistero e drammaticità animano le pagine di questo thriller storico e avventuroso in cui Schätzing non disdegna di abbandonarsi spesso e volentieri a una vena comico umoristica perché bisogna “poter ridere in una storia in cui c’è qualcuno che muore”.