L’Italia, patria dell’Opera. Del connubio parole-musica capace di suscitare emozioni e sentimenti. Ma come nasce questo genere musicale dove i cantanti sono anche attori e una vicenda più o meno articolata viene evocata attraverso la parola in musica? Il primo grande protagonista del melodramma italiano ottocentesco fu Gioacchino Rossini che a conclusione della sua carriera di operista Rossini compose il Guillaume Tell, un grandopéra a soggetto patriottico che narra la volontà di liberazione da parte del popolo svizzero, guidato da Tell, dal dominio asburgico. Dopo Rossini furono principalmente Bellini e Donizetti a contendersi il primato della scena operistica italiana. Donizetti fu un autore molto prolifico, scrisse oltre sessanta opere per il teatro, sia nel genere buffo che in quello serio. La seconda metà dell’Ottocento vide il dominio assoluto in Italia, in campo operistico, di Giuseppe Verdi. Nel 1855 andò in scena a Parigi la sua opera Les Vêspres siciliennes, un grand-opéra ispirato ad una vicenda risalente al 1282, ma di grande attualità. Gli ultimi anni dell’Ottocento videro affermarsi in Italia un gruppo di operisti a cui fu dato il nome di Giovane Scuola; fra di loro ci furono i fautori del verismo musicale, i quali, prendendo spunto dal movimento letterario capeggiato da Verga, vollero mettere in scena storie vere di gente comune. E proprio a Verga è ispirata l’opera più famosa di Pietro Mascagni, Cavalleria rusticana. Discorso a parte merita Giacomo Puccini, anch’egli annoverato tra i membri della Giovane Scuola, ma in effetti compositore non etichettabile, di levatura assai maggiore rispetto a tutto il resto del gruppo. Compositore sempre capace di mediare i gusti del pubblico con la profondità della scrittura, creò una serie di personaggi femminili, protagonisti delle sue opere, che suscitarono l’attrazione morbosa del pubblico. Manon, Mimì, Tosca, Butterfly, Liù sono fragili eroine dalle passioni estreme. Alcune delle arie di queste eroine (Sì, mi chiamano Mimì da Boheme, Vissi d’arte da Tosca, Un bel dì vedremo da Madama Butterfly, Sola, perduta, abbandonata da Manon Lescaut) sono tutt’oggi fra le pagine più note del repertorio operistico. Domenica 29 maggio ore 17.30 lunedì 30 maggio ore 20.30Auditorium ConciliazioneVia della Conciliazione 4RomaInfo 800.904.560