La scelta di ogni viaggio ha motivazioni psicologiche più o meno profonde ma tutti, inevitabilmente, al rientro ci sorprendiamo a parlare per giorni di quanto era buono quel piatto o quell’accoppiata di sapori, di quanto abbiamo apprezzato o meno le usanze gastronomiche di altre regioni o altri Paesi. Nel 2022 è davvero questo l’aspetto più importante delle nostre vacanze? E come siamo cambiati negli ultimi anni?

Esigenti ma buongustai, sperimentatori ma con prudenza, questa l’istantanea degli italiani in vacanza. A scoprirlo è il nuovo studio “Cibo e Viaggi”[i] dell’Osservatorio Nestlé che ha indagato i nuovi significati attribuiti dagli italiani alle loro vacanze e al cibo che proprio in ferie assume una valenza fondamentale, mettendo a paragone i risultati odierni e quelli ottenuti da un precedente studio del 2018[ii].

Quattro anni fa chiedevamo alla vacanza relax (79%), divertimento (61%) e nuovi flirt (24%), mentre l’esperienza gastronomica era fondamentale per il 39% degli italiani. Nel 2022 l’asse si è decisamente spostata. Più maturi, più accorti o più golosi? Certo è che gli ultimi anni ci hanno trasformato, ed ecco che ci sembra un po’ meno importante rilassarci (71%), persino il divertimento non ha più lo stesso fascino (56%), e trovare nuovi amori è decisamente quasi del tutto uscito dal nostro immaginario (10%).

Oggi sembra crescere l’importanza che attribuiamo alle esperienze gastronomiche (52%) da cui traspare la nostra trasformazione con dati che, approfondendo nei dettagli, ci riservano un’ulteriore sorpresa negli atteggiamenti. E cioè, amiamo meno sperimentare e assaggiare di tutto (42%), rispetto al 2018 quando prevaleva la curiosità ‘gastronomica’ (59%). E ancora, nel 2022 amiamo provare solo cibi (e gusti) che non si discostano molto da quelli abituali (40%), mentre nel 2018 la percentuale era minore (28%) denotando maggior senso di avventura. Quando poi non siamo diventati addirittura più quietamente prudenti, con il 18% di italiani che dichiara attualmente di mangiare in vacanza solo ciò che conosce, a fronte del 13% nel 2018. Bei tempi, quindi, quelli andati? Non del tutto.

Emerge la necessità di equilibrio fra una rassicurante tranquillità e il desiderio di nuovi stimoli e l’ansia di scoperta e di stupore. Forse per ridurre nuove fonti di stress a cui l’ultimo periodo ci ha sottoposti. Insomma, nessuna grande fuga dalla quotidianità.