La scena è da romanzo. Stucchi, specchi, fanno da sfondo a donne in abito lungo tutto drappeggi e crinoline, qualcuna agita un antico simbolo di ritrosia, il ventaglio. Tutte hanno, legato in vita, il carnet di ballo dove segnare il nome del cavaliere con cui danzare. Volteggiano in un fruscio di pizzi e tulle in sale sfarzose, accompagnate da gentiluomini in frac o in tenuta militare.  Convinti di essere finiti nel secolo di Chopin, Monet, Leopardi, Sissi, in un’atmosfera che percepiamo fluttuante e surreale, cerchiamo i protagonisti dei romanzi che hanno acceso la nostra fantasia di adolescenti: il Principe Salina di Tomasi di Lampedusa, Marguerite Gautier di Victor Hugo, Rossella O’Hara di Margaret Mitchell. Anche se le circostanze ci fanno pensare che il taxi che ci accompagnati all’ingresso  di un aristocratico palazzo sia in realtà una  macchina del tempo, non siamo nell’Ottocento.  Corre, infatti, l’anno 2010 e siamo nelle scintillanti sale dell’Hotel Quirinale di Roma, al Gran Ballo d’Estate, un appuntamento esclusivo che si è svolto ieri sera nell’Hotel di via Nazionale sulle note di valzer, polke, quadriglie e gighe. Fascino, eleganza, armonia, gli elementi dominanti di una serata magica consumata tra il giardino, dai mille profumi, dove è stata servita una ricca cena al buffet e lo scintillante Salone, animato dai sussurri e le galanterie delle coppie guidate dal maestro di ballo Paolo Di Segni. Un sogno che si realizza. Quello di Domenico Costanzi, imprenditore di origini marchigiane, che volle costruire un albergo e un teatro (il Teatro Dell’Opera) in cima a quella via Nazionale appena nata. Si era intorno al 1870 e la zona sembrava decentrata rispetto al classico polo piazza di Spagna-Babuino. Ma Costanzi non si lasciò intimorire e l’8 gennaio 1874 inaugurò l’Hotel Quirinale che, con le sue sale scintillanti di cristalli, la sontuosa sala da pranzo e la comodità delle stanze, inaugurava una nuova formula di hotellerie, fino ad allora sconosciuta nella Capitale. Finalmente la Roma bene aveva a disposizione per la vita sociale ambienti che potevano competere con quelli dei palazzi patrizi. Il ricordo di un’epoca di grazia ed eleganza rivive oggi grazie alla sensibilità della Direzione dell’Hotel Quirinale. Per ricordarci che lo stile può essere di casa non solo in un fastoso salone da ballo ma anche nella realtà di tutti i giorni. Perchè come scrisse Fedor Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo…”