Correva l’anno 1956. Una giovane donna, corpo armonico, volto imbronciato, aspetto inconsapevolmente provocante, diventa l’icona della Francia e delle donne francesi grazie al ruolo di seduttrice in “E dio creò la donna”. Ed oggi, quella donna, Brigitte Bardot, segna il traguardo dei tre quarti di secolo, nell’età anagrafica e nella memoria collettiva.A nulla è valso il definitivo ritiro dalle scene nel 1973, perchè la Bardot ha continuato ad impegnare le prima pagine dei giornali e a vivere nell’immaginario di milioni di persone come mito senza età. Ed è così che la Francia ha deciso di omaggiarla con la mostra “Brigitte Bardot, les années insouciance” all’Espace Landowski a Boulogne-Billancourt”, che vuole restituire l’immagine e l’impatto che la modella-attrice ha avuto su tutta un’epoca. Non a caso, ad aprire la retrospettiva, sarà la clip che la proietta avvolta solo dalla bandiera francese, in una sorta di revival fatto di orgoglio e sentimento nazionale fortemente francesi. Al pari della Monroe o dei Beatles, infatti, la Bardot ha acquisito la fisionomia dell’emblema ed ha incarnato magistralmente quell’esplosivo tanto desiderato ai tempi di una Francia conformista e ancora impegnata nella ripresa dalla guerra e dall’occupazione. L’attrice ha girato 48 film, comparendo spesso senza veli. Tra melodrammi e commedie, ricordiamo “La verità” di Henri-Georges Clouzot (1960),””Vita privata” di Louis Malle del 1961, “Il disprezzo di Godard” del 1963, “Il maschio e la femmina”(1966) sempre di Godard e “Tre passi nel delirio” (1968). Ha registrato, inoltre, una dozzina di canzoni ed è stata protagonista di lunga una serie di love stories.