Venerdì 16 dicembre 2005 è uscito il kolossal King Kong di Peter Jackson, con Jack Black, Naomi Watts, Adrien Brody e Andy Serkis. Il regista neozelandese firma la terza avventura cinematografica -dopo quelle del ’33 e del ’76- sul gigantesco gorilla, riproponendo così l’eterna favola della bella e della bestia. Durante la Grande Depressione il desiderio di fama conduce una troupe cinematografica su un’isola misteriosa per girare un film spettacolare e avventuroso. A bordo della Venture salpano tra gli altri, Carl Denham, regista ambizioso, Ann Darrow, un’attrice esordiente e Jack Driscoll, un drammaturgo intellettuale prestato al cinema. Durante una tempesta la nave si incaglia sugli scogli dell’Isola del Teschio, una terra fuori da ogni mappa e governata da un colossale scimmione, Kong, a cui viene offerta in sacrificio la bella Ann. Gli uomini della Venture, nel tentativo di salvare la fanciulla, catturano Kong e lo portano a Manhattan per esibirlo come fenomeno da fiera. Qui Kong riesce a scappare e, dopo aver ritrovato la sua bella, scala L’Empire State Building dove si compie il suo destino. Jackson firma una sceneggiatura di tutto rispetto. Colpiscono particolarmente il grande affresco storico in cui il film viene sapientemente collocato, gli straordinari effetti speciali, la caratura psicologica dei personaggi e le continue citazioni -primo tra tutti Cuore di Tenebra di Conrad- a cui il film fa riferimento. Va detto, però che nella parte centrale del film, quella cioè in cui appaiono dinosauri e altri mostruosi animali, Jackson si lascia prendere troppo la mano, con esiti controproducenti, poiché quelle lunghe sequenze appesantiscono la trama del film e tolgono a Kong il primato della scena. Per quanto riguarda gli attori, una menzione particolare va al camaleontico Andy Serkis. Dopo aver modellato le movenze e i sentimenti di Gollum, l’attore si ripete con Kong e, come se ciò non bastasse, interpreta anche la parte di un componente della nave, in un doppio ruolo che mette in mostra la sua versatilità.