Attorno alla Darsena, il quartiere più meneghino di Milano, il Ticinese, torna ogni ultima domenica del mese a rivivere il suo antico spirito commerciale. Centinaia di espositori si danno appuntamento lungo le sponde dei Navigli, per dar vita ad un mercato che va ispezionato con pazienza certosina perché gli oggetti spaziano dall’orologio antico ai pizzi della nonna, dal telefono anni Quaranta agli oggetti in ferro battuto, ai mobili del primo Novecento. Se, invece, preferite gustarvi l’atmosfera magica della vecchia Milano in solitudine avete a disposizione le mattine delle altre domeniche. Ecco a voi l’altra Milano, quella capace ancora di far sognare. Partite dalla fermata Porta Genova della linea verde del metrò e imboccate via Valenza, che in poche centinaia di metri piegando a destra vi immette sull’Alzaia Naviglio Grande. D’ora in poi, avrete sulla vostra destra una lunga teoria di case popolari tutte da scoprire, sulla sinistra la strada d’acqua derivata dal Ticino. Un altro mondo, come si diceva, che vale la pena assaporare con cura, senza fretta, mettendo di proposito il naso oltre certi vecchi portoni, alla ricerca di ringhiere, balconi, ballatoi, corti e cortili della Milano proletaria che pare vecchia di secoli (e non sono trascorsi che pochi decenni). Dopo circa un chilometro, oltrepassati il ponte della circonvallazione esterna e quello ferroviario, scorgiamo il quattrocentesco campanile aguzzo di San Cristoforo sul Naviglio, chiesa cara ai milanesi e in realtà composta da due edifici, il più antico dei quali risalirebbe alla fine del Millecento. A questo punto potete anche decidere di tornare indietro oltrepassando il ponticello di San Cristoforo che sta appena oltre la chiesa, oppure fare la stessa cosa ma per proseguire lungo l’opposto asse stradale che costeggia il Naviglio, che si chiama via Lodovico il Moro. Si tratta di percorrere un paio di chilometri passando sotto il cavalcavia, costeggiando piazza Negrelli e raggiungendo due chiese a Ronchetto sul Naviglio. La prima è dedicata alla Regina del S. Rosario, la seconda a San Silvestro. Si torna ora indietro sempre per via Lodovico il Moro e la si percorre sino all’incrocio con via Valenza; qui si torna sull’alzaia, si oltrepassa via Casale e, sulla sinistra, si ammirano le forme gotiche (ma costituiscono un falso: in realtà hanno solo un secolo) di Santa Maria delle Grazie al Naviglio, dalla facciata incompiuta e dall’interno sorretto da quattro colonne in granito provenienti dalla basilica romana di San Paolo fuori le Mura. Pochi passi e, dopo via Corsico, giungiamo al clou della nostra giornata: vicolo privato Lavandai, autentico monumento storico della città perché conserva gli ultimi lavatoi ottocenteschi. Tornando sui nostri passi (il vicolo è cieco) riacquistiamo in breve la stazione della metropolitana a Porta Genova.