E se non fossi mai esistito? si chiede un ex professore di filosofia a Oxford, che come uno sciamano ha imparato a liberare l’anima dal corpo per viaggiare indietro nel tempo e scoprire il sottile confine tra memoria e sogno. Forse è per questo che tutti i ricordi lo riportano a un anno, il 1954, quando nella nativa Västerås arrivò la più forte grandinata estiva della storia, ma soprattutto arrivò lei, la signora Sorgedahl.
Lei che aveva il doppio dei suoi anni e un marito noioso, lunghi capelli rossi, il profumo di un altro mondo, e quelle belle morbide bianche braccia che gli avrebbero “aperto le porte della vita”. E per ricostruire un’esperienza così intima e segreta, da dubitare che sia accaduta davvero, non può che ricomporre l’intero puzzle dell’adolescenza, un paradiso perduto di dispute filosofiche con gli amici nel locale caldaia, di invocazioni a un protettivo cane-demone della leggenda e di incontri proibiti con Ingela, la figlia del Fonditore. Ricordo e fantasia, ironia e rimpianto guidano una proustiana ricerca interiore che diventa un viaggio attraverso l’intero scibile, abbracciando i segreti della pesca al plancton lacustre e i vantaggi morali che offrirebbe un mondo politeista, il legame tra lo Spirito Santo e un organo dell’Ottocento a 50 voci e quello tra il nastro di Möbius e il mistero del tempo. In un funambolico gioco borgesiano intorno a quella babele di domande senza risposta che è l’uomo. Lars Gustafsson, autore della “Trilogia americana” (Storia con cane, Windy racconta e Il Decano), tutti pubblicati da Iperborea, torna in Italia con un romanzo che ha il ritmo e la bellezza di una poesia, che come un’impalpabile reminiscenza rievoca la sua Svezia degli anni Cinquanta e una vita intensa e rimpianta, trascorsa con immagini senza tempo.
Lars Gustafsson
Le bianche braccia della signora Sorgedahl
Iperborea