Lisbona è tutta un mistero: bianca come la luce eppure insieme malinconica e decadente; vanitosa della sua gloria di potenza passata e richiusa in se stessa nelle melodie del fado, in quell’atmosfera che ha dato vita ad un sentimento irrazionale ed esclusivo, la saudade…Il luogo migliore per un tuffo nella storia e nella leggenda, cogliendo la voglia di vivere dei suoi giovani che popolano il quartiere del bairro alto o affollano i locali alla moda come il Lux, oppure passeggiando nelle piccole e nascoste piazze del centro. Tante sono “le chiavi” per leggere la città: si possono accompagnare i passi e le parole di Pessoa, si può scegliere il passato di potenza coloniale di una grande capitale, la presenza moresca, l’eredità giudaica, il fascino degli elétricos, i tram gialli che si inerpicano nelle salite della città, oppure la modernità dei suoi architetti che hanno costruito mirabilie come il complesso del Parque das Nações. E poi, ci si può dedicare alla sua storia più leggendaria, oscura, intrigante…  Si parte dalla figura di Ulisse, identificato con il fondatore mitico della città. Furono i Fenici, storicamente, a occupare la città attorno al 1200 a.C. Il celebre eroe di Itaca sarebbe sbarcato qui dopo aver varcato le Colonne d’Ercole.  San Vincenzo e i corvi, altra leggenda da raccontare: in seguito all’invasione dei mori, i cristiani di Valencia trafugarono il corpo del martire. Durante il viaggio per portarle a Lisbona, secondo la leggenda, alcuni corvi si posarono sulla prua e sulla poppa della nave a protezione del Santo. A Lisbona i resti furono deposti nella chiesa di San Giusto e Santa Rufina. Restando in tema religioso, i giovani martiri di Lisbona testimoniano di una fervidissima cristianità portoghese. Secondo la leggenda i fratelli lisboeti Veríssimo, Máxima e Júlia furono martirizzati durante la persecuzione di Diocleziano (284 a 305 d. C.) e le loro reliquie sono conservate nella parrocchiale di San Francesco di Assisi. Ancora storie di truci uccisioni scandiscono l’epoca dell’Inquisizione portoghese, istituita nel 1536 su richiesta del re João III (il primo autodafè si tenne a Lisbona il nel 1540).  Bartolomeu de Gusmão ci fa respirare un’aria diversa. A questo sacerdote gesuita, infatti, noto anche come padre voador, “padre volante”, si deve l’invenzione del… pallone aerostatico! Ottenne da don João V i finanziamenti per lavorare all’invenzione di un apparecchio “più leggero dell’aria” e il 5 agosto 1709, davanti alla corte portoghese, si ebbe la prima dimostrazione pubblica del volo del Passaparola. Al terzo tentativo, il pallone volò davvero, fino a scendere nel Terriero do Paço, davanti al re e alla regina.   Si torna agli assassini e agli intrighi di corte indagando sulla sorte della famiglia Távora, attorno alla metà del Settecento una delle più influenti di Lisbona. Doña Teresa de Távora fu l’amante favorita del re don José I. Per questo legame amoroso il primo ministro de Carbalho, presto Marchese de Pombal, portò in giudizio l’intera famiglia. Doña Teresa, pietra dello scandalo, fu rinchiusa in convento fino alla fine dei suoi giorni.  La personalità di Sebastião José de Carvalho e Melo, meglio conosciuto come il  Marchese di Pombal (cui è stata dedicata la piazza principale di Lisbona) è molto controversa e ancor oggi  molto dibattuta. Detestato o ammirato, fu allo stesso riformatore e autoritario, dispotico e illuminato. Fu soprattutto il grande artefice della ricostruzione architettonica di una parte città completamente distrutta nel terremoto del 1755: la Baixa di Lisbona, situata tra il Terreiro do Paço e il Rossio (Praça D. Pedro IV), formata da un insieme di vie rette e perpendicolari, con edifici marcati dallo stesso stile, facendo di Lisbona la prima città dell’Illuminismo europeo. È interessante ricordare che l’architettura di questa parte della città, dove si riversano ogni giorno migliaia di persone, commercianti, turisti, studenti, è stata definita anche “massonica” o “esoterica”. Facciate e frontoni triangolari, foglie di acacia e altri elementi della simbologia massonica figurano persino su azulejos (le tipiche maioliche azzurre) dal significato misterioso.  Ma comunque vogliate vivere Lisbona, il luogo migliore per soggiornare è uno dei cinque alberghi appartenenti alla catena familiare Heritage Hoteis: il romantico As Janelas Verdes (le persiane verdi); l’affascinante Solar Do Castelo; il classico Lisboa Plaza, il Britania tutto in stile Art Decò; e l’ultimo nato, il contemporaneo Heritage Av. Liberdade. InformazioniHoteis Heritage Lisboa Tel: +351 213 218 200 e-mail: heritage.hotels@heritage.pt – sito: www.heritage.pt